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IL – Soluzioni per migliorare il percorso diagnostico del paziente settico

 

 

 

Innovation Lab | Integrated Microbiology Solution – Soluzioni per migliorare il percorso diagnostico del paziente settico

Innovation Lab sono i corsi di BD Academy Center, lo spazio fisico di BD a Milano dedicato alla formazione, volti alla presentazione e alla descrizione delle soluzioni diagnostiche, dei benefici che apportano al laboratorio e all’outcome del paziente.

 

Il corso “Integrated Microbiology Solution – Soluzioni per migliorare il percorso diagnostico del paziente settico” ha come scopo la presentazione della soluzione completa BD per la gestione del paziente settico. A seguito dell’accordo tra BD e Accelerate Diagnostics il nostro portfolio per identificazione e antibiogramma si arrichisce con una soluzione di fast microbiology; l’evento ha come obiettivo l’analisi dello scenario italiano e delle linee guida dedicate alla lotta alla sepsi, oltre alla presentazione della soluzione integrata delle due aziende volta ad una rapida identificazione e gestione del paziente settico.

 

Dettagli evento

Inizio corso e registrazione: 03/10/2023 – ore 10:00

Conclusione corso: 03/10/2023 – ore 16:00

Luogo: BD Academy Center – Via Enrico Cialdini 16, 20161, Milano (MI)

 

 

 

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IL – Qualità della Sicurezza e Sicurezza della Qualità nella fase prenalitica

 

 

 

Innovation Lab | Integrated Specimen Management – Qualità della Sicurezza e Sicurezza della Qualità nella fase prenalitica

Innovation Lab sono i corsi di BD Academy Center, lo spazio fisico di BD a Milano dedicato alla formazione, volti alla presentazione e alla descrizione delle soluzioni diagnostiche, dei benefici che apportano al laboratorio e all’outcome del paziente.

 

Il corso “Integrated Specimen Management – Qualità della Sicurezza e Sicurezza della Qualità nella fase prenalitica” si pone come obiettivo quello di analizzare l’importanza della fase preanalitica e la criticità nell’avere visibilità e controllo in tutti gli steps di processo. Verranno presentate delle soluzioni E2E BD attraverso cui i laboratori possono acquisisre la capacità di osservare e analizzare il Total Testing Process in tempo reale, di avere il pieno controllo delle variabili di processo e di misurare/confrontare l’operato rispetto agli obiettivi strategici fissati nell’ottica dell’efficiente allocazione delle risorse, della standardizzazione delle attività e della massima qualità/sicurezza/appropriatezza delle prestazioni.

 

 

Dettagli evento

Inizio corso e registrazione: 15/09/2023 – ore 10:00

Conclusione corso: 15/09/2023 – ore 16:00

Luogo: BD Academy Center – Via Enrico Cialdini 16, 20161, Milano (MI)

 

 

 

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BD ti aspetta a WORLDLAB EUROMEDLAB 2023

WORLDLAB EUROMEDLAB 2023 – BD ti aspetta a Roma dal 22 al 24 maggio

 

 

Dal 21 al 25 maggio avrà luogo a Roma il più importante Congresso sulla chimica clinica e sulla medicina di laboratorio, in un’edizione davvero di rilievo perchè segna il:

25° Congresso Internazionale di Chimica Clinica e Medicina di Laboratorio
25° Congresso Europeo di Chimica Clinica e Medicina di Laboratorio
55° Congresso della Società Italiana di Clinica Biochimica e Biologica Molecolare Clinica

 

Il campo della chimica clinica e della medicina di laboratorio sta affrontando molti progressi scientifici e tecnologici. Questo Congresso è un’eccellente opportunità per discutere di argomenti attuali come la standardizzazione e trasformazione dei risultati in informazioni, la riduzione degli errori diagnostici, la medicina di precisione, le applicazioni dell’artificial intelligence e del machine learning, la scoperta di biomarcatori, i progressi diagnostici e altro ancora. Gli esperti si riuniranno da tutta Europa e da tutto il mondo per consentire uno scambio scientifico che assicurerà un aggiornamento adeguato di tutte le figure che collaborano in questi ambiti.

 

Senza dubbio, il congresso semestrale EuroMedLab ha dimostrato di essere uno dei forum principali per riunire scienziati, specialisti di laboratorio, medici e colleghi del settore nel campo della chimica clinica e della medicina di laboratorio. BD ti aspetta allo Stand nr 14 per discutere del futuro della Medicina di Laboratorio in ottica di territorialità nella gestione del paziente e tracciabilità nella gestione dei campioni.

 

Vuoi scoprire di più? Unisciti al nostro Workshop martedì 23 maggio dalle 13:00 alle 14:00 presso l’Aula 2 dal titolo “Addressing the challenges of specimen transport“.

 

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Buone norme per il prelievo ematico e la gestione della fase preanalitica

 

Buone norme per il prelievo ematico e la gestione della fase preanalitica

Il prelievo e l’analisi di campioni ematici è una pratica fondamentale per la diagnosi, la scelta terapeutica e il monitoraggio della salute dei pazienti. Tuttavia, il processo di raccolta e processamento del campione, fino all’analisi di laboratorio non è immune da errori che possono inficiare la qualità del dato clinico. Ogni fase del processo è importante ma dati recenti indicano che il 60-70% degli errori si concentra nella fase pre-analitica, ovvero nella fase di prelievo e gestione del campione prima dell’analisi di laboratorio, soprattutto quando vi è un intervento manuale da parte degli operatori.¹

 

Il momento della raccolta del campione è una fase particolarmente delicata in cui si possono riscontrare errori nell’identificazione del pazienti e la produzione di campioni non processabili perché non idonei (emolisati, in volume non sufficiente, coagulati o non idonei per altre ragioni).¹ Altri fattori che spesso determinano errori e devono essere sempre tenuti in considerazione sono le variabili legate al paziente, come il suo stato di salute, , le modalità di esecuzione del prelievo e l’uso di dispositivi adeguati.¹

 

Al fine di minimizzare gli errori e al contempo proteggere dai rischi, sia per la salute del paziente che degli operatori, sono state emanate diverse raccomandazioni in Italia e all’estero. Tra queste si ricordano le raccomandazioni del Clinical and Laboratory Standards Institute (“Collection of Diagnostic Venous Blood Specimens” 7a edizione, 2017) e le raccomandazioni della SIBioC (“Raccomandazioni per il prelievo di sangue venoso” 2008) e le Linee Guida della World Health Organization.1,2,3

 

Secondo le più recenti Linee Guida WHO, la buona pratica del prelievo ematico dipende dai seguenti fattori2:

• adeguata pianificazione
• appropriatezza del luogo di prelievo
• controllo della qualità del prelievo
• raccolta di un campione di qualità
• uso di standard per la cura di qualità dei pazienti e per la sicurezza degli operatori tra cui:
– disponibilità di strumenti e forniture protettive adeguati,
– disponibilità di profilassi post-esposizione,
– evitare contaminazione degli strumenti per il prelievo,
– formazione adeguata in prelievo ematico,
– cooperazione da parte del paziente.

 

 

L’importanza della formazione

A differenza di alcuni Paesi occidentali, in Italia non è prevista la figura professionale del “prelevatore” (phlebotomist) e non esiste un riferimento legislativo o delle raccomandazioni relative a questa figura. Questo contribuisce a generare un’eterogeneità relativa alle procedure1.

Anche per questo è cruciale introdurre in Italia corsi di formazione specifici rivolti a tutti i professionisti sanitari abilitati alla pratica1. Anche la WHO sottolinea l’importanza di formare gli operatori2.

 

 

Il monitoraggio del processo pre-analitico

La raccolta e la manipolazione dei campioni ematici pongono rischi significativi ed evitabili per il paziente e per l’operatore sanitario1. Occorre applicare degli standard globali per il monitoraggio di tutte queste procedure al fine di ridurre i rischi e di ottenere un campione di qualità e biologicamente rappresentativo, che permetta anche di raggiungere risultati omogenei e confrontabili tra i diversi laboratori3.

Le procedure devono essere automatizzate e standardizzate il più possibile al fine di limitare l’azione manuale dell’operatore1. Inoltre, le procedure devono essere messe per iscritto e facilmente consultabili2.

 

 

Identificazione del paziente

Accertare l’identità del paziente è la prima operazione da compiere da parte dell’operatore per evitare errori1,2. Si raccomanda di utilizzare almeno 3 criteri per accertarsi dell’identità del paziente1, ad esempio:
• controllo del braccialetto se il paziente è ospedalizzato,
• controllo della tessera sanitaria o di un altro documento,
• comunicazione verbale dell’identità del paziente (nome, cognome e data di nascita, attraverso una domanda aperta),
• verifica del nome sulla prescrizione.

 

 

Etichettatura delle provette

Si raccomanda di utilizzare provette già etichettate in precedenza e che riportino oltre all’identificazione del paziente, l’indicazione dell’area diagnostica, il volume del campione o il livello minimo di riempimento (es. “Coagulazione – Tappo Azzurro – 4,5 ml”). L’etichettatura dovrebbe essere eseguita mediante sistemi di produzione automatica1.

 

 

Ordine di raccolta delle provette

Per evitare problemi di contaminazione da provette contenenti reagenti alle provette usate successivamente è raccomandato seguire una precisa sequenza nella raccolta dei campioni, come suggerito dal Clinical and Laboratory Standards Institute1:

1. Flaconi destinati all’emocoltura,
2. Provette contenenti sodio-citrato destinate ad esami di coagulazione,
3. Provette di siero,
4. Provette contenenti litio-eparina,
5. Provette contenenti EDTA,
6. Provette contenenti citrato e destrosio,
7. Provette contenenti ossalato e/o fluoruro.

 

 

L’impegno di BD

Oggi BD è impegnata nello sviluppo di strumenti per il controllo delle variabili critiche del processo di raccolta del campione. Le soluzioni sviluppate permettono di ottimizzare le pratiche di laboratorio attraverso l’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative e l’efficientamento dei processi.

In particolare, questi strumenti consentono una guida agli operatori nel processo di prelievo ed evita gli errori legati alla manualità del singolo attuando un monitoraggio del processo preanalitico in tutte le sue fasi: selezione della provetta utilizzata, identificazione del paziente, ordine di raccolta dei campioni, ritardi nella consegna dei campioni e qualità del campione, evidenziando gli ambiti di miglioramento.

 

 

I vantaggi della digitalizzazione

La piattaforma digitale permette di registrare i dati relativi al paziente e al prelievo e di organizzarli in una dashboard intuitiva e personalizzabile ad uso dell’operatore. L’accesso immediato a questi dati è un valido supporto al raggiungimento degli standard di qualità desiderati.

 

 

L’impegno di BD nella formazione

noltre, BD crede nell’importanza del coinvolgimento degli operatori sanitari e per questo ha sviluppato il BD Professional Service che si prefigge l’obiettivo di formare in modo adeguato e approfondito gli operatori sanitari adibiti al prelievo ematico, sia con training on site che con sistemi digitali per la formazione a distanza.

 

 

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Referenze

1. Lippi G, et al. Raccomandazioni per il prelievo di sangue venoso. Documenti SIBioC. Biochimica Clinica, 2008, vol. 32, n. 6
2. WHO guidelines on drawing blood: best practices in phlebotomy
2. CLSI GP41-ED7:2017 Collection of Diagnostic Venous Blood Specimens, 7th Edition

 

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Webcast HPV IEO – Il valore degli HPV DNA Test nella lotta al tumore alla cervice uterina

 

Webcast IEO – Il valore degli HPV DNA Test nella lotta al tumore alla cervice uterina

 

“Dagli anni ’70 lo screening per il tumore al collo dell’utero è avvenuto tramite esame citologico: il Pap Test. Nel luglio 2012 il report dell’Health Technology Assessment rende pubblico il fatto che uno screening basato su HPV Test validati come test di primo livello possa essere più efficace di uno screening basato sulla citologia nel prevenire i tumori invasivi della cervice uterina. Nel 2013 le linee guida europee, recepite in Italia dal documento di indirizzo del Ministero della Salute, hanno quindi sancito l’utilizzo dell’HPV Test come test primario per lo screening del tumore cervicale, lasciando poi alla citologia il ruolo di triage per  gli HPV Test positivi. Questo perché tra i dati di letteratura è emerso che la sensibilità dell’HPV Test fosse nettamente più efficace del Pap Test che rimane invece un buon test di triage per la sua elevata specificità” – Dott. Fabio Bottari (IEO).

 

Per comprendere meglio l’evoluzione della diagnosi e dello screening dell’HPV, il ruolo centrale dei laboratori di anatomia patologica e quali sono oggi gli strumenti a disposizione degli operatori sanitari nella lotta al tumore alla cervice uterina e la loro efficacia, abbiamo intervistato attraverso 3 puntate il Dott. Fabio Bottari e la Dott.ssa Anna Daniela Iacobone dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO).

 

 

 

Prima Puntata – Dott. Fabio Bottari – HPV Test disponibili e il valore per il laboratorio

 

 

Seconda Puntata – Dott.ssa Anna Daniela Iacobone – Il valore dell’HPV Test nella prevenzione del tumore della cervice uterina, “Il valore per il Ginecologo”

 

Terza Puntata – Dott.ssa Anna Daniela Iacobone & Dott. Fabio Bottari – Il valore aggiunto dell’AUTOPRELIEVO per HPV Test nella prevenzione del tumore della cervice uterina

 

 

 

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Il nuovo Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza 2022-2025

 

Il nuovo Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza 2022-2025

L’antibiotico-resistenza è una delle principali emergenze sanitarie globali e necessita di azioni sempre più decise da parte dei sistemi sanitari di tutto il mondo. I microorganismi diventano resistenti agli antibiotici di origine farmaceutica grazie alla loro naturale capacità di acquisire la resistenza alle molecole biocide mediante mutazioni del loro genoma¹.

 

La pressione selettiva causata dall’uso eccessivo e improprio dei farmaci ad azione antibiotica ha portato il fenomeno dell’antibiotico-resistenza a livelli rilevanti con serie ricadute cliniche¹.

 

Una delle più importanti reti di sorveglianza, la Ears-Net, riporta che più di 670.000 infezioni all’anno sono causate da batteri antibiotico-resistenti². Nel nostro Paese sappiamo che circa il 7-10% dei pazienti ospedalizzati va incontro a infezione batterica multiresistente e che 4.500-7.000 decessi sono ad esse correlate³.

 

Per far fronte a questi dati preoccupanti nell’agosto 2022 il Dipartimento per gli Affari Regionali e Autonomie ha pubblicato il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico Resistenza (PNCAR) 2022-2025 che illustra la strategia nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza¹. L’obiettivo del documento, in versione rinnovata rispetto a quella pubblicata per il quadriennio 2017-2020, è di fornire linee strategiche operative per contrastare il problema nei prossimi anni¹. Le strategie si basano sull’esperienza maturata negli ultimi anni, sulle raccomandazioni europee e internazionali e sulle esperienze di altri Paesi¹. La visione che guida l’approccio multidisciplinare è quella della One Health, in cui è ormai ampiamente riconosciuto che la salute dell’uomo è interconnessa con la salute ambientale e animale¹.

 

Le strategie del documento si possono raccogliere in tre aree principali¹:
1. Sorveglianza e monitoraggio
2. Prevenzione delle infezioni
3. Buon uso degli antibiotici

 

 

Sorveglianza

Il primo pilastro è la sorveglianza che ha come obiettivo quello di monitorare la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici nell’ambiente e la loro evoluzione, integrando l’ambito umano a quello veterinario, in accordo con la visione One Health¹. Oggi sono attivi due servizi di sorveglianza coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità (la sorveglianza dell’antibiotico-resistenza, AR-ISS, e la sorveglianza delle batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi, CRE). Tali servizi devono essere potenziati sul territorio nazionale al fine di¹:
● assicurare una maggiore copertura sulla popolazione,
● aumentare la frequenza dei report,
● velocizzare l’invio dei dati.

 

L’integrazione con i dati demografici e clinici dei pazienti fornirebbe un set di informazioni preziose su cui lavorare nei prossimi anni¹.

 

 

Infezioni correlate all’assistenza

Anche l’insorgenza delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) deve essere oggetto di sorveglianza, al fine di intraprendere azioni coordinate. Occorre integrare i dati sulle infezioni a quelli sulla terapia e sulla profilassi antibiotica somministrata ai pazienti e ai dati dei profili di resistenza dei microorganismi associati alle ICA¹.

Questi dati permetteranno di definire meglio il problema, indirizzare le azioni da intraprendere e valutarne l’efficacia. Saranno importanti anche per guidare le scelte per la terapia antibiotica empirica, in modo da minimizzare l’uso improprio di antibiotici¹.

Le sorveglianze dovrebbero essere supportate da un sistema di allerta che evidenzi l’emergenza e la diffusione di nuove resistenze e i genotipi associati. Le sorveglianze dovrebbero essere supportate da un sistema di allerta che evidenzi l’emergenza e la diffusione di nuove resistenze e i genotipi associati¹.

 

 

Monitoraggio

Con monitoraggio si intende il controllo sull’uso degli antibiotici e il monitoraggio ambientale¹. Per quanto riguarda l’uso degli antibiotici l’Italia è una delle nazioni che registra i consumi più elevati a livello europeo¹. Occorre da un lato comprendere i trend nell’uso di antibiotici e come ridurre un consumo non appropriato e dall’altro verificare e monitorare la presenza di antibiotici di origine farmaceutica nell’ambiente. Infatti, gli antibiotici che vengono smaltiti in modo inadeguato e si trovano nel suolo e nelle acque hanno un ruolo nell’accelerare, stabilizzare e diffondere i batteri resistenti¹.

 

 

Prevenzione

Gli sforzi di prevenzione delle infezioni sono rivolti soprattutto verso le infezioni correlate all’assistenza (ICA) in ambito ospedaliero che oggi rappresentano, soprattutto in Italia, una vera emergenza. La prevenzione è rivolta anche verso le infezioni comunitarie e le zoonosi¹.

Occorre una raccolta di dati continua e sistematica, che venga analizzata in modo coordinato su tutto il territorio nazionale. Questo può essere cruciale per attivare e guidare azioni per la prevenzione e l’arginamento della diffusione delle malattie trasmissibili¹.

 

 

L’impegno di BD

BD è da sempre impegnata nel contrastare l’antibiotico-resistenza, grazie allo sviluppo di un’ampia gamma di prodotti e servizi che permettono di raggiungere una diagnosi di infezione microbica in modo rapido ed efficace, accompagnati da sistemi di tracciabilità e monitoraggio del dato clinico microbiologico.

 

Dal lato diagnostico, BD Phoenix™ Emerge Panels è un sistema in grado di rilevare in tempi rapidi e in modo accurato la resistenza antimicrobica di batteri gram-positivi e gram-negativi. Presenta 136 pozzetti per i test di sensibilità per testare diversi antibiotici a varie diluizioni per ogni pannello.

 

Per quanto riguarda il monitoraggio e l’integrazione dei dati BD ha sviluppato il BD EpiCenter™ Data Management System, un sistema avanzato per la gestione completa dei dati su un’unica piattaforma, pensata in modo specifico per la Diagnostica Microbiologica. Il software permette la raccolta, la conservazione e l’analisi dei dati (dati anagrafici e demografici dei pazienti, i risultati dei test e le analisi statistico-epidemiologiche). Il sistema comunica i dati di microbiologia provenienti dagli strumenti diagnostici BD per identificare rapidamente gli organismi e aiutare gli operatori sanitari e i decisori a reagire a potenziali minacce di infezioni associate all’assistenza sanitaria e alle resistenze emergenti.

BD Phoenix™ Emerge Panels e BD EpiCenter™ rappresentano quindi una risposta avanzata alle esigenze dettate dalle recenti raccomandazioni grazie alla rapidità di diagnosi, alla tracciabilità del campione e alla messa a disposizione degli operatori dei dati in tempo reale, in modo da facilitare una decisione terapeutica tempestiva, consapevole e appropriata.

 

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Referenze

1. Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025. 26 Agosto 2022

2. European Centre for Disease Prevention and Control. Surveillance of Antimicrobial Resistance in Europe 2018—Annual Report of the European Antimicrobial Resistance Surveillance Network (EARS-Net); European Centre for Disease Prevention and Control: Solna Municipality, Sweden, 2019. https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/surveillance-antimicrobial-resistance-europe-2018

3. Lenzi A, et al. Concept Paper preliminare sulla antibiotico-resistenza in Italia. Presidenza del Consiglio dei Ministri Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita. 2021

 

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BD e Accelerate Diagnostics al 50° Congresso Nazionale AMCLI

 

 

AMCLI 2023 – Grazie da BD e Accelerate Diagnostics

 

 

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Tamponi vaginali con procedura di auto-prelievo per HPV DNA test nella prevenzione del tumore alla cervice uterina

Tamponi vaginali con procedura di auto-prelievo per HPV DNA test nella prevenzione del tumore alla cervice uterina

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2020 ha lanciato un programma di azione per arrivare a eliminare il cancro cervicale provocato dal Papilloma Virus Umano (HPV) mediante vaccinazione e trattamento di almeno il 90% delle donne entro il 2030¹.

Molto si era comunque già cominciato a fare prima della pandemia, con campagne di sensibilizzazione riguardo il tema fondamentale della prevenzione¹-².

 

In Italia esistono programmi di screening organizzati a livello locale, che da decenni hanno permesso l’accesso gratuito delle donne tra i 25 e i 64 anni al Pap test/HPV DNA test, portando l’incidenza di tumore a livelli inferiori rispetto alla media mondiale. L’incidenza comunque non è ancora a zero, per cui è importante mantenere elevata la guardia e migliorare sempre di più l’accesso e l’adesione ai test preventivi³. Come attestato dallo IARC fin dal 1996, l’infezione da HPV è la condizione necessaria per lo sviluppo del carcinoma del collo dell’utero: si tratta del primo tumore riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad una infezione. Scoperto dal Prof. Harald Zur Hausen nel 1976 e 30 anni dopo insignito del premio Nobel, nel 2008.

 

Esistono circa 120 tipi di virus HPV, ma solo 12 causano il carcinoma del collo dell’utero. Risultare positivi all’HPV non significa avere per forza il tumore in quel momento, ma vuol dire essere a maggior rischio di sviluppo futuro. La maggior parte delle infezioni si risolve spontaneamente senza sintomi ma l’infezione che persiste oltre i due anni può determinare l’insorgenza di lesioni pre-tumorali e il carcinoma⁴. In Italia, nel 2020, il carcinoma della cervice uterina ha rappresentato il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età (2.400 nuovi casi stimati nel 2020, pari all’1,3% di tutti i tumori che colpiscono la popolazione femminile⁵.

 

L’eliminazione del tumore della cervice uterina è oggi un obiettivo di sanità pubblica mondiale lanciato dall’OMS nel 2018 e un impegno dell’Unione Europea che lo ha incluso nel Europe’s Beating Cancer Plan⁶. Lo screening per il carcinoma del collo dell’utero ha proprio l’obiettivo di individuare le infezioni persistenti da parte di questi tipi di virus dal potenziale oncogeno e le lesioni para-neoplastiche per attuare il corretto follow-up e trattamento prima di arrivare al tumore vero e proprio³.

 

Oggigiorno non è più necessario recarsi solo dal ginecologo per eseguire il test per la ricerca dell’HPV ma si può anche decidere di prelevare il campione direttamente a casa e portarlo nei centri diagnostici abilitati per avere un risultato chiaro e in tempi rapidi, nell’interesse di preservare la propria salute. Il tutto sotto controllo del clinico che gestirà il follow up della donna in caso di positività. Il test dell’HPV DNA è semplice, efficace e la raccolta del campione può essere effettuata anche autonomamente dalla donna grazie alle procedure di auto-prelievo usando dispositivi idonei e validati⁷-⁸. Con l’auto-prelievo, come già avviene per lo screening di prevenzione del tumore del colon retto ad esempio, la donna può prelevare in autonomia e a casa propria il campione di cellule per il test HPV DNA, senza doversi recare in consultorio o dal ginecologo, rendendo così ancora più facile partecipare alla campagna di screening. Sono stati fatti numerosi studi clinici⁹ per valutare l’affidabilità e l’accuratezza del risultato ottenuto con autoprelievo e sia la donna che il clinico possono fidarsi della procedura.

 

Per lo screening dell’infezione da HPV, Becton Dickinson offre BD Onclarity™ HPV test, che viene eseguito in laboratorio su piattaforme automatizzate BD Viper™ LT (per laboratori medio-piccoli) e BD COR™ (per laboratori centralizzati ad alta produttività). Il test rispetta perfettamente il Regolamento Europeo essendo marchiato CE IVD ed è clinicamente validato secondo i criteri Meijer¹⁰ per l’applicabilità in screening cervicale con HPV DNA test primario. Il test è validato CE-IVD sui campioni raccolti per eseguire anche citologia in fase liquida (Pap test) in fiale BD SurePath™ o ThinPrep®.

 

BD Onclarity™ HPV test consente di:

rilevare il DNA dei 14 genotipi HPV a rischio oncogeno (HR- HPV16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 66 e 68) associati allo sviluppo del tumore cervicale, con possibilità di genotipizzazione estesa oltre ai genotipi HPV 16 e 18. Sei genotipi sono genotipizzati singolarmente e i restanti sono genotipizzati in 3 gruppi diversi (P1, P2 e P3)

analizzare i geni per le oncoproteine virali E6 e E7, riducendo il rischio di falsi negativi che si possono riscontrare con l’analisi del DNA nel gene L1, a seguito di integrazione del DNA virale in quello cellulare

ridurre falsi positivi dovuto alla cross reattività con genotipi HPV a basso rischio oncogeno

accertare la rilevazione di possibili coinfezioni da parte dei diversi 14 genotipi ad alto rischio oncogeno

 

 

MUSA™ – Lasciati ispirare dalla semplicità

Da queste premesse e dalla volontà di BD di essere pioniere e in prima linea al fianco dei laboratori e delle donne italiane nel supportare la salute delle donne e lo screening contro l’HPV, nasce MUSA™, l’iniziativa creata per aumentare la consapevolezza dell’importanza della prevenzione del tumore al collo dell’utero partendo dalla diagnosi del Papillomavirus Umano.

 

In stretta collaborazione con il Centro Diagnostico Italiano – CDI, MUSA™ promuove l’importanza dello screening come arma imprescindibile per combattere questa malattia, grazie anche alla nuova soluzione del Test HPV in modalità autoprelievo: comoda, facile ed efficace che può essere fatto dove e quando si vuole. Attraverso un comodo form di richiesta, si può acquistare l’autoprelievo, in inglese “self-sampling”, che arriverà a casa e consentirà di prelevare il campione per il test HPV da fare autonomia e di inviarlo al Laboratorio per posta/corriere. Questa modalità di prelievo è stata pensata per cercare di massimizzare e rendere più agevole la partecipazione ai programmi di screening delle donne che hanno difficoltà o imbarazzo a recarsi agli ambulatori¹¹-¹².

 

Negli ultimi anni sono stati svolti studi clinici a livello italiano e internazionale mirati a valutare sia il gradimento dell’autoprelievo, sia la sicurezza e l’efficacia del test HPV DNA effettuato su campione autoprelevato rispetto a quello prelevato dal clinico (ginecolog*/ostetric*). I risultati hanno dimostrato l’affidabilità dell’autoprelievo e un alto livello di gradimento da parte delle donne ¹¹-¹².

 

Vuoi scoprire di più? Clicca sul banner qui a seguire e segui MUSA™ su Instagram e Facebook.

 

 

 

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Referenze

  1. Global strategy to accelerate the elimination of cervical cancer as a public health probmem. OMS 2020
  2. European guidelines for quality assurance in cervical cancer screening. 2015
  3. Camara H, Zhang Y, Lafferty L, Vallely AJ, Guy R, Kelly-Hanku A. Self-collection for HPV-based cervical screening: a qualitative evidence meta-synthesis. BMC Public Health. 2021 Aug 4;21(1):1503.
  4. Sito-web Gisci. https://www.gisci.it/il-nuovo-programma-di-screening-con-il-test-hpv-sostituisce-il-pap-test. Visitato il 27 febbraio 2022
  5. Redazione ANSA. https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2022/05/31/hpv-in-italia-quinto-tumore-per-le-donne-under50_364100ce-cd7c-4410-9ca2-e4190785e0da.html Visitato il 01 giugno 2022
  6. Europe’s Beating Cancer Plan
  7. Rossi P, Marsili LM, Camilloni L, Iossa A, Lattanzi A, Sani C, Di Pierro C, Grazzini G, Angeloni C, Capparucci P, Pellegrini A, Schiboni ML, Sperati A, Confortini M, Bellanova C, D’Addetta A, Mania E, Visioli CB, Sereno E, Carozzi F. The effect of self-sampled HPV testing on participation to cervical canrcer screening in Italy: a randomised controlled trial (ISRCTN96071600). British Journal of Cancer (2011) 104, 248 – 254.
  8. Snijders P, Verhoef V, Arbyn M, Ogilvie G, Minozzi S, Banzi R, van Kemenade F, Heideman D, Meijer C. High-risk HPV testing on self-sampled versus clinician-collected specimens: A review on the clinical accuracy and impact on population attendance in cervical cancer screening. International Journal of Cancer (2013) 132(10):2223-36
  9. Canfell K, Smith MA, Bateson DJ. Self-collection for HPV screening: a game changer in the elimination of cervical cancer. Med J Aust. 2021 Oct 18;215(8):347-348.
  10. BD Onclarity™ HPV Assay EU Package Insert (8089899).
  11. Del Mistro A, et al. Efficacy of self-sampling in promoting participation to cervical cancer screening also in subsequent round. Prev Med Rep . 2016 Dec 23;5:166-168. doi: 10.1016/j.pmedr.2016.12.017. eCollection 2017 Mar
  12. Arbyn M et al. Detecting cervical precancer and reaching underscreened women by using HPV testing on self samples: updated meta-analyses. BMJ. 2018 Dec 5;363:k4823. doi: 10.1136/bmj.k4823.

 

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ME – La soluzione per i micobatteri

 

 

 

Meet the Expert | La soluzione per i micobatteri

Meet the Expert sono i corsi di BD Academy Center, lo spazio fisico di BD a Milano dedicato alla formazione, ad alto contenuto specialistico per approfondire e condividere conoscenze pratiche sui principali argomenti e soluzioni diagnostiche. Sono disegnati per chi utilizza già le soluzioni BD e vuole approfondire aspetti tecnici sulle soluzioni e dettagli scientifici di alto profilo.

 

Il corso specialistico “La soluzione per i micobatteri” ha come obiettivo quello di mostrare tecnicamente le soluzioni BD dalla raccolta del campione al risultato finale per le esigenze di analisi per M. tuberculosis e per altri micobatteri e analizzare le soluzioni integrate end-to-end per i test della tubercolosi, dai test basati sulla coltura ai test molecolari.

 

Dettagli evento

Inizio corso e registrazione: 18/05/2023 – ore 10:00

Conclusione corso: 18/05/2023 – ore 16:00

Luogo: BD Academy Center – Via Enrico Cialdini 16, 20161, Milano (MI)

 

 

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10 previsioni per i laboratori clinici nel 2023

10 previsioni di laboratorio clinico per il 2023

Di Chris Wolsky – Per leggere l’articolo originale, visitare il sito di CLP https://clpmag.com/diagnostic-technologies/10-clinical-laboratory-predictions-for-2023/

 

CLP ha recentemente chiesto agli esperti del settore dei laboratori clinici di valutare le loro previsioni per il 2023. Di seguito, in nessun ordine particolare, trovate le prime 10 previsioni.

 

#1 – Il COVID-19 passerà a una fase endemica e continuerà ad avere un impatto sulle operazioni di laboratorio
Non sorprende che il COVID-19 continui a figurare in molte delle previsioni per il 2023. Manoj Gandhi, MD, PhD, direttore medico senior di Thermo Fisher Scientific, delinea come sarà l’endemicità, almeno a breve termine.

 

Il virus SARS-CoV-2 continuerà ad evolversi mentre continuiamo a lottare per proteggerci dalle varianti già in circolazione. Resta da vedere come si comportano le future varianti dal punto di vista della malattia; ma è improbabile che il virus venga debellato“, prevede. “Sebbene molti governi abbiano allentato le contromisure di salute pubblica come il distanziamento sociale e i mandati delle mascherine, sarà importante che il pubblico in generale sia responsabile, vigile e premuroso su quando potrebbe essere saggio indossare una mascherina, sottoporsi a test e ottenere il prossimo booster disponibile. I laboratori e i ricercatori di sanità pubblica dovranno monitorare l’evoluzione del virus attraverso la sorveglianza del ceppo e cercare nuove mutazioni che potrebbero influire sulle prestazioni dei test diagnostici e sull’efficacia dei trattamenti e dei vaccini esistenti, che informeranno lo sviluppo di nuovi vaccini. Il COVID-19 come malattia endemica non solo continuerà ad avere un impatto sulla società nel suo insieme, ma, più specificamente, sul funzionamento del laboratorio clinico“.

 

Poiché i volumi di COVID-19 sono moderati, i laboratori ora hanno capacità e capacità di test molecolari molto maggiori rispetto a prima della pandemia“, prevede Dara Grantham Wright, vicepresidente esecutivo e presidente del gruppo di diagnostica clinica di Bio-Rad Laboratories. “Questa capacità avrà un impatto sulle nuove opportunità di adozione dei test, sul consolidamento dei test tra piattaforme e avrà un impatto sulle pratiche di invio. Come parte di questa dinamica, l’industria dovrebbe anche aspettarsi di vedere una crescita continua nei test multiplex sindromici e nei test point of care“.

 

 

#2 – La stagione influenzale 2022-2023 sarà probabilmente la peggiore dall’inizio della pandemia
L’anno scorso nutriva timori fondati che la stagione influenzale 2021-2022 avrebbe inaugurato un “twindemic“, mettendo ulteriormente a dura prova le risorse ospedaliere e dei laboratori clinici. Quella previsione era sbagliata, per fortuna, ma di tutte le previsioni nell’elenco di quest’anno, questa sembra essere quella che più probabilmente si avvererà.

 

Da quando la società si è riaperta e le contromisure alle malattie si sono allentate, ad es. distanziamento sociale, mascheramento e test: gli Stati Uniti e il resto del mondo sembrano sulla buona strada per avere una stagione influenzale dura, o almeno più dura rispetto agli ultimi anni, secondo Gandhi. Questo è il motivo per cui i test sono fondamentali per affrontarlo.

 

Dall’inizio della pandemia, gli esperti di sanità pubblica si sono preoccupati dell’impatto della co-circolazione di influenza e COVID-19“, osserva Gandhi. “Poiché questa è la prima stagione influenzale da quando siamo “completamente tornati” da quando è emerso per la prima volta il COVID-19, senza che siano state messe in atto contromisure di salute pubblica, c’è un’alta probabilità che ci sia una recrudescenza dell’influenza. È importante riconoscere che l’influenza standard uccide decine di migliaia di persone ogni anno solo negli Stati Uniti. Abbiamo già visto il rimbalzo dell’influenza durante lo scorso inverno nell’emisfero meridionale e i primi segnali indicano che la stagione influenzale potrebbe essere arrivata prima del previsto anche nell’emisfero settentrionale. Poiché esistono diversi antivirali per il trattamento di queste due malattie separate ed è difficile distinguerle in base ai soli sintomi, sarà importante testare questi agenti patogeni. La disponibilità dei test combinati SARS-CoV-2 e Influenza sarà fondamentale nello sforzo di accelerare le diagnosi e informare meglio le decisioni terapeutiche”.

 

E con il COVID-19 ancora liberamente in circolazione, le co-infezioni potrebbero soddisfare la previsione dello scorso anno di un cosiddetto “twindemic“.

 

Dopo il successo del lancio del programma di vaccinazione COVID-19, le popolazioni stanno iniziando ad avere nuovamente livelli di interazione maggiori poiché le restrizioni sono state revocate. Ciò rappresenta un rischio di co-infezioni di COVID-19 con altri agenti patogeni respiratori, in particolare mentre entriamo nella stagione influenzale nell’emisfero settentrionale durante i mesi invernali“, afferma Pardeep Sharda, senior product manager presso la Native Antigen Company. “Queste co-infezioni potrebbero causare complicazioni nella diagnosi, nel trattamento e nella prognosi dei pazienti, mettendo sotto pressione i sistemi sanitari. Pertanto, qualsiasi futuro programma di vaccinazione comporterebbe molto probabilmente una combinazione di ceppi di COVID-19 e influenza, in particolare per i gruppi più vulnerabili, come gli anziani o gli individui immunocompromessi”.

 

 

#3 – La carenza di personale determinerà la necessità di aumentare i processi di automazione
Forse come segno del ritorno alla normalità dei laboratori clinici stessi è la rinnovata attenzione su un problema perenne: la carenza di personale, insieme alla necessità di investire nell’automazione.

 

Con una carenza senza precedenti di operatori e tecnici qualificati per il personale dei laboratori, sempre più laboratori saranno motivati ad automatizzare i processi manuali nel 2023 per alleviare il carico di personale e ottenere la certezza dei costi“, afferma Suren Avunjian, fondatore e CEO di LigoLab. “Implementando la giusta tecnologia e aggiungendo l’automazione ove possibile ai flussi di lavoro clinici e di fatturazione, i laboratori saranno in grado di colmare le lacune create dalla mancanza di personale qualificato. Godranno inoltre di operazioni semplificate e più efficienti. L’aggiornamento da LIS legacy non solo favorirà l’efficienza nelle loro organizzazioni, ma aprirà anche nuove opportunità per conservare e acquisire nuovi flussi di entrate“.

 

E a causa di questa esigenza, si prevede che ci saranno più soluzioni automatizzate tra cui scegliere.

 

Vedremo sul mercato più soluzioni automatizzate che consentiranno ai laboratori di liberare personale per lavori più sofisticati in cui è necessaria la loro esperienza“, prevede Carola Schmidt, direttore generale delle soluzioni robotiche automatizzate di PerkinElmer. “Queste soluzioni avranno anche dimostrato di migliorare l’accuratezza e la produttività necessarie per consentire ai medici di prendere decisioni cliniche critiche e urgenti 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Sarà importante cercare un’automazione di laboratorio SMART: scalabile, modulare, agile, affidabile e su misura per soddisfare le diverse esigenze“.

 

Si prevede inoltre che queste soluzioni continueranno a diventare più intelligenti con l’intelligenza artificiale (AI) che svolge un ruolo fondamentale.

 

Le sfide affrontate dai laboratori – aumento della domanda, esaurimento e carenza di personale – insieme alla domanda e alle aspettative sempre attive di accuratezza, precisione ed efficienza stanno inaugurando una nuova era della diagnostica, probabilmente attesa, che farà la differenza nell’industria. Poiché queste sfide sono state aggravate dalla pandemia, vedremo l’intelligenza artificiale iniziare a svolgere un ruolo più importante nei laboratori di tutto il paese“, prevede Nikos Pavlidis, vicepresidente/direttore generale Molecular Diagnostics & Women’s Health & Cancer, BD Integrated Diagnostic Solutions. “Nel 2023, vedremo l’intelligenza artificiale diventare ancora più critica poiché il burnout e la carenza di manodopera continueranno a essere una sfida che i laboratori devono affrontare. I laboratori sfrutteranno l’automazione a cui hanno avuto accesso durante la pandemia e guideranno il consolidamento dei test su piattaforme completamente automatizzate. L’intelligenza artificiale può avere un impatto significativo in tutte le diverse aree di test ottimizzando il flusso di lavoro, la sequenza di test, l’interpretazione dei risultati e l’aumento dei risultati. L’intelligenza artificiale può anche fornire ai tecnici di laboratorio tempi di allontanamento più lunghi e consentire loro di concentrare le proprie capacità, attenzione e competenza su lavori più complessi”.

 

Mentre l’automazione probabilmente aiuterà ad alleviare alcuni dei fardelli della carenza di personale nel laboratorio clinico, la ricerca di personale continuerà a dominare l’efficienza operativa.

 

Molte organizzazioni sanitarie stanno lottando finanziariamente a causa degli effetti del COVID-19 che hanno costretto i laboratori a diventare più efficienti ed efficaci¹. Anche i tassi di posti vacanti continueranno a salire “, prevede Rachele Moore, MBA, MLS (ASCP), direttore esecutivo dei servizi di laboratorio per la Aultman Health Foundation a Canton, Ohio, e membro del comitato consultivo editoriale del CLP. “Secondo Silva², molte posizioni di laboratorio sono rimaste vacanti per mesi, lasciando i laboratori a corto di personale. I leader di laboratorio dovrebbero apprendere e comprendere le loro qualifiche statali e federali locali per il personale di test, che possono consentire flessibilità con determinati compiti”.

 

 

#4 – La soluzione Direct-to-Consumer e la telemedicina apriranno nuovi canali di guadagno per i laboratori clinici
Sulla scia di ogni grande crisi, in genere ci sono profondi cambiamenti culturali che informano il modo in cui viviamo. Questo è particolarmente vero per il COVID-19; i test domestici sono diventati onnipresenti. E poiché i pazienti ora se lo aspettano, i test diagnostici dei laboratori clinici si stanno spostando ulteriormente dai tradizionali siti di raccolta, come gli ospedali, verso il territorio come case e farmacie.

 

La pandemia di COVID-19 ha accelerato il passaggio a nuove strutture di assistenza dall’ospedale alle case. Nel 2023 e oltre, i test sanitari comuni e di routine si espanderanno dai tradizionali centri di cura per acuti a qualsiasi ambiente di cura, comprese le cure urgenti, i centri chirurgici, le cliniche al dettaglio e persino a casa. Vedremo l’espansione dell’auto-raccolta e dei test a domicilio, che creeranno nuove e incrementali opportunità per i laboratori“, prevede Pavlidis di BD Integrated Diagnostic Solutions. “Abbiamo già visto come i consumatori optano per la comodità e il comfort dell’auto-raccolta e dei test a casa. Nel 2023, con l’aumentare delle opzioni per l’auto-raccolta e i test a domicilio, alla fine ci saranno volumi più elevati di campioni che dovranno essere inviati ai laboratori per essere testati“.

 

Mentre questo cambierà il modo in cui operano i laboratori, Suren di LigoLab prevede che potrebbe tradursi in un colpo di fortuna.

 

I progressi tecnologici e una combinazione di consumismo e gestione proattiva dell’assistenza sanitaria da parte dei pazienti apriranno ulteriormente nuovi canali di guadagno per i laboratori clinici nel 2023. Ciò contribuirà a combattere tendenze negative come l’aumento dei costi operativi e la riduzione dei margini sui test eseguiti“, afferma. “Abbracciando l’uso di portali paziente diretti al consumatore con funzionalità di telemedicina, i laboratori saranno in grado di connettersi direttamente con i pazienti e soddisfare la loro crescente domanda di accesso facile e conveniente a un mercato che offre loro servizi di laboratorio specializzati avanzati. Oltre ad avere un accesso facile e conveniente ai test diagnostici e agli screening preventivi su richiesta, i pazienti avranno anche bisogno di assistenza per comprendere meglio i referti di laboratorio e i risultati dei test. Nel 2023 potranno ottenere anche questo sotto forma di sessioni remote con un professionista medico direttamente sul portale del paziente”.

 

Le farmacie locali, che hanno svolto un ruolo fondamentale durante l’apice della pandemia di COVID-19, continueranno a svolgere un ruolo più ampio nella fornitura di cure primarie, compresi i test, prevede Ronald A. Blum, PhD, amministratore delegato di Blum & Associates Consulting, LLC e membro del comitato consultivo editoriale di CLP.

 

Il COVID ha accelerato l’adozione della telemedicina e ha ampliato il ruolo delle farmacie come centri per i test di laboratorio, oltre al loro ruolo tradizionale di dispensazione di farmaci e vaccinazioni. Questo nuovo paradigma continuerà a crescere man mano che le farmacie espandono i loro servizi di assistenza primaria“, afferma. “Le farmacie in tutto il paese, tra cui CVS HealthHub/Minute Clinic, Walgreens Health e Walmart Health, stanno già fornendo visite di persona e di telemedicina per affrontare un’ampia gamma di condizioni, tra cui salute delle donne, allergie, infezioni respiratorie, malattie sessualmente trasmissibili, tipo 2 diabete, disturbi del sonno, ipertensione e salute mentale. Man mano che il pubblico diventa più a suo agio nell’utilizzare la farmacia come alternativa alle tradizionali visite ambulatoriali del medico di base, aumenterà l’adozione di servizi sanitari aggiuntivi, inclusi i test di laboratorio”.

 

Blum ha aggiunto che ci saranno tre aree principali di test di laboratorio clinici ampliati: test point-of-care (POC), tra cui influenza rapida, COVID, RSV e altre infezioni respiratorie; kit di test diretti al consumatore (DTC), ad esempio kit di test COVID, che consentono ai pazienti di raccogliere autonomamente i campioni a casa; e partnership stabilite in farmacia con laboratori in grado di fornire test rapidi e di routine da campioni raccolti in farmacia.

 

Queste opzioni ampliate per i test sui pazienti aiuteranno a trasformare i drugstore in sportelli unici per visite sanitarie primarie e test di laboratorio ampliati“, aggiunge Blum.

 

 

#5 – I test molecolari e altri tipi di test avanzati guadagneranno ulteriori punti d’appoggio
Durante la pandemia, i test molecolari si sono affermati e gli esperti si aspettano che questo sia solo l’inizio.

 

La tecnologia della reazione a catena della polimerasi (PCR) si è affermata come il gold standard per i test COVID-19. L’intera comunità scientifica, inclusi professionisti medici, responsabili delle politiche pubbliche, organismi di regolamentazione e produttori di test, ha visto i meriti dei test PCR per le malattie infettive. Sarà necessario espandere il menu dei test sulle malattie infettive oltre SARS-COV-2. I test multiplex, inclusi pannelli mirati e un pannello sindromico per indicazioni specifiche, continueranno a diventare la norma“, prevede Gandhi di Thermo Fisher Scientific. “Tali test non solo informeranno se l’individuo ha o meno un’infezione, ma saranno anche in grado di identificare il tipo di agente patogeno e la resistenza antimicrobica, in modo da poter avviare un trattamento appropriato. Per casi d’uso specifici, la domanda di test molecolari point-of-care continuerà a causa del valore che un risultato rapido può fornire per identificare l’agente patogeno e con un trattamento empirico appropriato. Oltre agli operatori sanitari, il consumatore medio è ora ben istruito. Quando le persone si sentono male, sapranno di sottoporsi al test, scoprire cosa c’è che non va e prendere la strada appropriata per il recupero e la sicurezza. Questi nuovi consumatori altamente istruiti si aspetteranno un test accurato e rapido, qualità che i test PCR forniscono in modo univoco rispetto ai metodi tradizionali basati sulla cultura”.

 

Si prevede che i test molecolari non saranno utilizzati solo per le malattie infettive. Il loro ruolo continuerà ad espandersi.

 

È anche probabile che la capacità di test molecolari verrà utilizzata per la domanda di test di malattie non infettive come l’oncologia, la risposta immunitaria e la salute delle donne“, prevede Grantham Wright di Bio-Rad. “L’efficienza del flusso di lavoro continuerà a essere un argomento di conversazione primario poiché i laboratori lavorano duramente per calibrarsi in base ai vincoli di personale. I sistemi sanitari cercheranno soluzioni creative e convenienti per mantenere i livelli di servizio supportando al tempo stesso un’assistenza clinica di alta qualità. Le aziende in grado di offrire soluzioni innovative per supportare sia la produttività del laboratorio che l’alta qualità continueranno ad avere successo. Si prevede che anche l’evoluzione della salute digitale, compresa l’integrazione di più set di dati, la diagnostica remota e l’intelligenza artificiale, acceleri per supportare le operazioni di laboratorio distribuite, la gestione dei dati e la loro interpretazione“.

 

Una previsione audace vede i test molecolari come il futuro della diagnostica.

 

La multiomica è il futuro dell’analisi biologica“, prevede Madhuri Hegde, PhD, SVP e chief scientific officer di PerkinElmer Genomics. “Nell’anno a venire possiamo aspettarci continui progressi nelle tecnologie correlate. Il sequenziamento dell’intero genoma (WGS) continua a dimostrare la sua utilità nella diagnosi di malattie rare/complesse e comuni, con alcune stime che mostrano che questo metodo migliora la resa diagnostica dal 40% al 60%. Anche il campo emergente della metagenomica nelle impostazioni di ricerca clinica mostra risultati promettenti. Le scoperte rese possibili da questo approccio multiomico di nuova generazione che porta alla convergenza dei dati da diverse piattaforme per l’assistenza clinica combinate con l’analisi del genoma microbico e virale, alla fine aiuteranno i consulenti genetici e i medici a raggiungere le diagnosi più velocemente e ad avviare azioni per migliorare i risultati di salute per i pazienti che servono”.

 

 

#6 – AI e Machine Learning guideranno l’assistenza personalizzata
Sta diventando chiaro che un approccio globale alla cura del paziente non è sempre efficace. L’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico aiuteranno i patologi e i fornitori di cure primarie a sviluppare approcci più personalizzati al cancro e ad altri trattamenti.

 

Molte decisioni per piani di trattamento oncologico personalizzati e percorsi di cura si basano sui risultati dei pazienti generati da test diagnostici di accompagnamento, che porranno un onere crescente sui servizi di patologia e genomica. L’intelligenza artificiale potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel ridurre questa tensione, assistendo le professioni sanitarie nell’interpretazione dei dati tissutali e/o genomici“, prevede Sharda della Native Antigen Company. “Ciò semplificherebbe i flussi di lavoro, migliorerebbe la precisione e consentirebbe agli scienziati di concentrarsi su casi più complicati. Esistono attualmente alcuni ostacoli all’adozione, ad esempio, limiti di archiviazione dei dati e mancanza di prove cliniche sull’accuratezza. Tuttavia, man mano che le soluzioni di archiviazione dei dati diventano più convenienti di anno in anno e le capacità di elaborazione di machine learning/computer aumentano l’affidabilità, la fiducia crescerà e queste sfide saranno superate“.

 

Questo approccio personalizzato all’assistenza si estenderà a tutta l’azienda sanitaria.

 

Chiaramente, una taglia non va bene per tutti quando si tratta di medicina. Dovremmo considerare l’ottimizzazione della dose di ogni terapia ed eliminare le congetture dall’equazione. La chiave per lo sviluppo di un approccio moderno all’assistenza sanitaria e il miglioramento dell’esito del paziente si basa sulla comprensione completa della risposta di un individuo ai farmaci attraverso il feedback in tempo reale e quindi sull’utilizzo di queste informazioni per personalizzare le decisioni sul dosaggio dei farmaci: prevedere la dose ottimale – prendere la dose – misurare la risposta – aggiustare la dose“, afferma Hakim Yadi, PhD, OBE, co-fondatore e CEO di Closed Loop Medicine. I progressi globali nella tecnologia e nello sviluppo della terapia digitale (DTx) hanno consentito l’acquisizione decentralizzata dei dati e l’elaborazione in tempo reale, guidando il passaggio da un trattamento standardizzato a un trattamento personalizzato. L’integrazione di strumenti sanitari digitali e dispositivi medici con terapie prescritte sta sfidando il paradigma storico della gestione delle malattie e dei sintomi. Queste offerte combinate di farmaci e software hanno il potenziale per accelerare il passaggio verso una medicina di precisione accessibile e l’ottimizzazione del dosaggio personalizzato, offrendo al tempo stesso il supporto necessario agli operatori sanitari.

 

 

#7 – Maggiore adozione della patologia digitale
Blum prevede che la patologia digitale continuerà a svolgere un ruolo chiave nella patologia e nella medicina di laboratorio clinica, osservando che gran parte di ciò è stato reso necessario dalle esigenze della pandemia di COVID-19 che richiedeva la revisione remota e la chiusura dei casi. Questa è stata la prova del concetto di patologia digitale.

 

Lo scorso giugno, il College of American Pathologists (CAP) ha collaborato con il gruppo editoriale CPT dell’American Medical Association (AMA) per creare 13 nuovi codici aggiuntivi di patologia digitale che verranno utilizzati per segnalare i requisiti di lavoro e servizio eseguiti dal personale clinico per il digitalizzazione di vetrini destinati alla diagnosi primaria. Questi codici entreranno in vigore nel gennaio 2023“, afferma. “Rimangono ancora molteplici ostacoli all’adozione diffusa, tra cui le normative, l’alto costo delle attrezzature, la formazione, la convalida, il flusso di lavoro e, probabilmente, la cosa più importante, la mancanza di rimborsi che giustificherebbe i costi e gli sforzi più elevati per integrare la patologia digitale nel laboratorio tradizionale flusso di lavoro. Nonostante questi ostacoli, il valore della patologia digitale nel consentire rapide seconde opinioni e consultazioni remote, tempi di disconnessione più brevi, recupero e integrazione dei dati migliorati, nonché l’opportunità di assistenza AI per analisi avanzate, stanno contribuendo a portare avanti il processo”.

 

 

#8 – Ci saranno più diagnosi di cancro in fase avanzata
Sebbene la pandemia abbia introdotto l’uso di tecnologie diagnostiche più avanzate e abbia consentito ai pazienti di eseguire test domiciliari, ha anche portato molti pazienti a perdere o ritardare molti screening diagnostici di routine.

 

Un recente rapporto di Quest Diagnostics Health Trends³ ha mostrato che, più di due anni dopo l’inizio della pandemia, le diagnosi di cancro al seno e alla prostata (due delle principali cause di morte per cancro negli Stati Uniti) continuano a rimanere indietro rispetto ai livelli pre-pandemia. Sulla base di 1,1 milioni di risultati di laboratorio resi anonimi, l’analisi ha rilevato che le diagnosi di cancro sono crollate di quasi il 30% nei primi mesi del 2020, quando gran parte della società e dell’assistenza sanitaria hanno chiuso. I risultati suggeriscono che più persone convivono con tumori non diagnosticati ora rispetto a prima della pandemia“, afferma Harvey W. Kaufman, MD, direttore medico senior e capo del programma di ricerca sulle tendenze sanitarie per Quest Diagnostics. “Una diagnosi di cancro ritardata può portare a una malattia più avanzata, a trattamenti più aggressivi e costosi e a esiti peggiori, quindi i laboratori potrebbero dover affrontare questi effetti negativi quando i pazienti tornano alle cure. Alla luce di queste tendenze, i direttori di laboratorio svolgeranno un ruolo fondamentale nell’aiutare i loro team medici a sviluppare programmi per incoraggiare i pazienti a tornare alle cure e ridurre il tempo tra screening, diagnosi e trattamento“.

 

Ciò significa che si prevede che il coordinamento tra il laboratorio clinico e gli oncologi sarà più importante che mai.

 

Poiché si prevede che tumori più aggressivi e in fase avanzata vengano scoperti³ nel 2023, in parte a causa dei ritardi negli screening della pandemia, riducendo il tempo tra la diagnosi e il trattamento e garantendo che i pazienti ricevano il miglior trattamento il prima possibile senza la necessità di cambiare piani – è fondamentale per salvare vite umane. Dato che i pazienti il cui trattamento del cancro è ritardato anche di un mese hanno, in molti casi, un rischio di morte superiore dal 6% al 13%⁴, è fondamentale che i medici rimangano al passo con l’oncologo medico e il patologo diagnostico e il team medico che diagnosticati, per garantire l’allineamento e fornire test in conformità con le linee guida attuali“, afferma Yuri Fesko, MD, vicepresidente per gli affari medici e l’oncologia di Quest Diagnostics. “Anche se questo può sembrare facile, richiede un’ampia logistica e coordinamento in laboratorio per essere tempestivo e completo. I laboratori dovranno implementare sistemi e soluzioni per facilitare questo processo, fornire coesione e rimanere organizzati“.

 

 

#9 – Vigilanza verso le epidemie e le malattie infettive emergenti
Semmai, la pandemia è servita da monito sul fatto che i nuovi focolai non sono una questione di se ma di quando. Lo abbiamo già sperimentato su scala minore con la recente epidemia di vaiolo delle scimmie e, cosa più preoccupante, con un numero crescente di casi di Ebola in Africa. La vigilanza diventerà ora la parola d’ordine diagnostica come spiega Gandhi.

 

Emergendo dalla pandemia che ha colpito il mondo intero, ci sarà un maggiore controllo e sensibilità nei confronti di eventuali malattie infettive emergenti“, prevede. “Devono esserci misure che devono essere messe in atto che possono essere implementate con un preavviso molto breve. Lo abbiamo già visto nel caso del vaiolo delle scimmie. Mentre il vaiolo delle scimmie esiste dagli anni ’70 nei paesi africani, è importante non dare per scontato che un’epidemia non si diffonderà o rimarrà contenuta da sola. COVID-19 ci ha fornito insegnamenti chiave che ci hanno aiutato a rispondere in modo più efficace a tali focolai. Sappiamo che i test dovrebbero essere resi facilmente disponibili anche presso il punto di cura o a casa in modo che i pazienti possano ricevere una diagnosi e prendere le precauzioni necessarie. A questo proposito, è importante riconoscere la volontà delle agenzie di regolamentazione di fornire un percorso per ottenere test, trattamenti e vaccini pertinenti in modo rapido attraverso il processo di autorizzazione all’uso di emergenza (EUA). Abbiamo anche assistito a sporadiche epidemie del virus della poliomielite identificate attraverso la sorveglianza delle acque reflue che ha portato a una rapida risposta delle politiche pubbliche intorno alla poliomielite. Allo stesso modo, l’OMS ha recentemente pubblicato un elenco di priorità di patogeni fungini prioritari con raccomandazioni sulla strategia di sorveglianza e prevenzione della resistenza ai farmaci antifungini”.

 

Secondo Gandhi, c’è una previsione che vedremo più versioni di malattie più familiari, che potrebbero essere più difficili da diagnosticare, nel prossimo futuro.

 

Le malattie trasmesse dalle zecche (TBD) sono diventate una sfida globale per la salute pubblica. Negli ultimi anni, sia i patogeni trasmessi dalle zecche che i casi di TBD sono aumentati a livello globale. Le TBD sono le malattie trasmesse da vettori più comuni negli Stati Uniti, con la malattia di Lyme che è la TBD più segnalata. Inoltre, i sondaggi sulle zecche hanno dimostrato che le popolazioni di zecche si sono espanse rapidamente in nuove aree del paese. Man mano che vengono segnalati più casi, sarà fondamentale rilevare i TBD in modo accurato e rapido al fine di fornire un trattamento precoce. I TBD emergenti includono il virus Powassan, che viene trasmesso principalmente dalle stesse zecche della malattia di Lyme. Con l’espansione del territorio di I. scapularis e il significativo aumento del numero di casi di Powassan nell’ultimo decennio, c’è un urgente bisogno di metodi per rilevare POWV e altri TBD non di Lyme“, afferma Maite Sabalza, PhD, responsabile degli affari scientifici per la divisione statunitense EUROIMMUN di PerkinElmer.

 

 

#10 – Ci sarà un maggiore consolidamento dei laboratori clinici
Un’altra previsione è il continuo consolidamento del settore, che sembra già in atto. Ma come osserva Blum di Blum and Associates Consulting, porterà maggiori vantaggi alle organizzazioni e alle comunità che servono.

L’integrazione dei servizi sanitari che combinano test di laboratorio, anatomia patologica, imaging, radiologia e centri di trattamento continuerà ad espandersi, nel tentativo di ridurre i costi, aumentare l’efficienza e migliorare la qualità delle cure“, prevede. “Un maggiore consolidamento significa anche un migliore potere d’acquisto e la possibilità di acquistare tecnologia all’avanguardia, come la patologia digitale, che consentirà a questi centri di offrire servizi unici che attualmente sono difficili da offrire per i laboratori indipendenti più piccoli. Gli studi privati di medici specialisti, come gli urologi, vengono acquisiti e integrati con centri per l’imaging e il trattamento, nonché test di laboratorio. Questa mossa offre ai pazienti il continuum di cure e comodità, nonché l’opportunità di migliorare l’assistenza“.

 

Come con qualsiasi previsione, non tutti possono avverarsi o nel modo in cui gli esperti hanno delineato. Ciò che è certo, tuttavia, è che ci saranno cambiamenti ed evoluzioni nelle pratiche e nelle attività dei laboratori clinici durante tutto l’anno.

 

Chris Wolski è caporedattore di CLP

 

Referenze
1. Blakey, G., McCloskey, C., Guthridge, J., Williams, C., Rufei Lu, P., Hayes, J., Pinkston, K., & Talbert, M. (2021). COVID-19 Pandemic Spurs Evolution of an Academic Pathology Department and Laboratory. Academic Pathology, 8. https://doi.org/10.1177/23742895211037029

2. Silva, B. (2020). Key challenges of training for lab safety and COVID-19 effects. MLO: Medical Laboratory Observer, 52(10), 16–20.

3. “Breast and Prostate Cancer Diagnoses Still Lagging During Second Full Year of COVID-19 Pandemic, Quest Diagnostics Health Trends Study Finds.” Quest Diagnostics. Oct. 11, 2022. https://newsroom.questdiagnostics.com/2022-10-11-Breast-and-Prostate-Cancer-Diagnoses-Still-Lagging-During-Second-Full-Year-of-COVID-19-Pandemic,-Quest-Diagnostics-Health-Trends-R-Study-Finds

4. BMJ 2020; 371 doi: https://doi.org/10.1136/bmj.m4087 (Published 04 November 2020)

 

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