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Webinar – World Sepsis day

 

 

 

World Sepsis day: un percorso di miglioramento continuo sulla diagnosi
e gestione della sepsi e dello shock settico

13 Settembre 2023
13:45 – 16:45
Gratuito (fino a max 1.000 partecipanti)
NO ECM

 

Razionale Scientifico

Il percorso diagnostico terapeutico della sepsi e dello shock settico è caratterizzato da una “filiera” estremamente lunga e articolata, che parte dal sospetto clinico e arriva fino alla misurazione degli outcome e alla loro restituzione e reportistica. Come in tutti i percorsi che insistono su patologie tempo-dipendenti i passaggi devono essere rapidi, standardizzati e coordinati e la collaborazione tra le varie figure professionali massima.

 

Per poter migliorare la qualità del processo e dell’assistenza fornita è importante disporre di indicatori di processo e di outcome che siano facilmente misurabili, comparabili ed esportabili. L’obiettivo dell’evento è quello di fornire ai partecipanti un aggiornamento sugli strumenti disponibili per il monitoraggio della qualità del percorso diagnostico delle infezioni del torrente circolatorio, con focus particolare sulla sepsi e lo shock settico. I partecipanti entreranno a far parte di un gruppo di Aziende Sanitarie che condivide le esperienze e si confronta con le altre realtà e con gli esperti del settore su quali siano gli strumenti in uso per il monitoraggio di questo complesso percorso diagnostico terapeutico.

 

 

Programma Scientifico

Moderatore – Antonino Giarratano
13.45-14.00 Introduzione – Antonino Giarratano, Pierangelo Clerici
14.00-14.30 Situazione attuale della fase pre-analitica delle emocolture negli ospedali italiani oggi – Fabio Arena
14.30-15.00 Misurarsi per migliorare: le strategie possibili – Antonella Mencacci
15.00-15.15 Quale ricaduta clinica? E come misurarla? – Gianpaola Monti
15.15-15.30 Rendi facile monitorare il percorso diagnostico sepsi: presentazione del percorso delle emoculture con set indicatori condivisi – Gianpaola Monti, Andrea Cortegiani
15.30-16.45 Tavola rotonda e discussione con i partecipanti – Gianpaola Monti, Fabio Arena, Miriam Lichtner, Matteo Bassetti, Giovanni
Gherardi, Gaetano Ciliento

 

 

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ME – Best Practices nella fase preanalitica

 

 

 

Meet the Expert | Best Practices nella fase preanalitica

Meet the Expert sono i corsi di BD Academy Center, lo spazio fisico di BD a Milano dedicato alla formazione, ad alto contenuto specialistico per approfondire e condividere conoscenze pratiche sui principali argomenti e soluzioni diagnostiche. Sono disegnati per chi utilizza già le soluzioni BD e vuole approfondire aspetti tecnici sulle soluzioni e dettagli scientifici di alto profilo.

 

Il corso specialistico “Best Practices nella fase preanalitica” ha come obiettivo quello di analizzare gli step che compongono la fase preanalitica e comprendere quali possano essere le best practice che ciascuna figura di questi step può implementare per migliorare il percorso, aumentare l’efficienza e la qualità e rispondere alle esigenze di outcome di qualità per il paziente.

 

Dettagli evento

Inizio corso e registrazione: 05/10/2023 – ore 10:00

Conclusione corso: 05/10/2023 – ore 16:00

Luogo: BD Academy Center – Via Enrico Cialdini 16, 20161, Milano (MI)

 

 

 

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IL – Soluzioni per migliorare il percorso diagnostico del paziente settico

 

 

 

Innovation Lab | Integrated Microbiology Solution – Soluzioni per migliorare il percorso diagnostico del paziente settico

Innovation Lab sono i corsi di BD Academy Center, lo spazio fisico di BD a Milano dedicato alla formazione, volti alla presentazione e alla descrizione delle soluzioni diagnostiche, dei benefici che apportano al laboratorio e all’outcome del paziente.

 

Il corso “Integrated Microbiology Solution – Soluzioni per migliorare il percorso diagnostico del paziente settico” ha come scopo la presentazione della soluzione completa BD per la gestione del paziente settico. A seguito dell’accordo tra BD e Accelerate Diagnostics il nostro portfolio per identificazione e antibiogramma si arrichisce con una soluzione di fast microbiology; l’evento ha come obiettivo l’analisi dello scenario italiano e delle linee guida dedicate alla lotta alla sepsi, oltre alla presentazione della soluzione integrata delle due aziende volta ad una rapida identificazione e gestione del paziente settico.

 

Dettagli evento

Inizio corso e registrazione: 03/10/2023 – ore 10:00

Conclusione corso: 03/10/2023 – ore 16:00

Luogo: BD Academy Center – Via Enrico Cialdini 16, 20161, Milano (MI)

 

 

 

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IL – Qualità della Sicurezza e Sicurezza della Qualità nella fase prenalitica

 

 

 

Innovation Lab | Integrated Specimen Management – Qualità della Sicurezza e Sicurezza della Qualità nella fase prenalitica

Innovation Lab sono i corsi di BD Academy Center, lo spazio fisico di BD a Milano dedicato alla formazione, volti alla presentazione e alla descrizione delle soluzioni diagnostiche, dei benefici che apportano al laboratorio e all’outcome del paziente.

 

Il corso “Integrated Specimen Management – Qualità della Sicurezza e Sicurezza della Qualità nella fase prenalitica” si pone come obiettivo quello di analizzare l’importanza della fase preanalitica e la criticità nell’avere visibilità e controllo in tutti gli steps di processo. Verranno presentate delle soluzioni E2E BD attraverso cui i laboratori possono acquisisre la capacità di osservare e analizzare il Total Testing Process in tempo reale, di avere il pieno controllo delle variabili di processo e di misurare/confrontare l’operato rispetto agli obiettivi strategici fissati nell’ottica dell’efficiente allocazione delle risorse, della standardizzazione delle attività e della massima qualità/sicurezza/appropriatezza delle prestazioni.

 

 

Dettagli evento

Inizio corso e registrazione: 15/09/2023 – ore 10:00

Conclusione corso: 15/09/2023 – ore 16:00

Luogo: BD Academy Center – Via Enrico Cialdini 16, 20161, Milano (MI)

 

 

 

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BD ti aspetta a WORLDLAB EUROMEDLAB 2023

WORLDLAB EUROMEDLAB 2023 – BD ti aspetta a Roma dal 22 al 24 maggio

 

 

Dal 21 al 25 maggio avrà luogo a Roma il più importante Congresso sulla chimica clinica e sulla medicina di laboratorio, in un’edizione davvero di rilievo perchè segna il:

25° Congresso Internazionale di Chimica Clinica e Medicina di Laboratorio
25° Congresso Europeo di Chimica Clinica e Medicina di Laboratorio
55° Congresso della Società Italiana di Clinica Biochimica e Biologica Molecolare Clinica

 

Il campo della chimica clinica e della medicina di laboratorio sta affrontando molti progressi scientifici e tecnologici. Questo Congresso è un’eccellente opportunità per discutere di argomenti attuali come la standardizzazione e trasformazione dei risultati in informazioni, la riduzione degli errori diagnostici, la medicina di precisione, le applicazioni dell’artificial intelligence e del machine learning, la scoperta di biomarcatori, i progressi diagnostici e altro ancora. Gli esperti si riuniranno da tutta Europa e da tutto il mondo per consentire uno scambio scientifico che assicurerà un aggiornamento adeguato di tutte le figure che collaborano in questi ambiti.

 

Senza dubbio, il congresso semestrale EuroMedLab ha dimostrato di essere uno dei forum principali per riunire scienziati, specialisti di laboratorio, medici e colleghi del settore nel campo della chimica clinica e della medicina di laboratorio. BD ti aspetta allo Stand nr 14 per discutere del futuro della Medicina di Laboratorio in ottica di territorialità nella gestione del paziente e tracciabilità nella gestione dei campioni.

 

Vuoi scoprire di più? Unisciti al nostro Workshop martedì 23 maggio dalle 13:00 alle 14:00 presso l’Aula 2 dal titolo “Addressing the challenges of specimen transport“.

 

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Buone norme per il prelievo ematico e la gestione della fase preanalitica

 

Buone norme per il prelievo ematico e la gestione della fase preanalitica

Il prelievo e l’analisi di campioni ematici è una pratica fondamentale per la diagnosi, la scelta terapeutica e il monitoraggio della salute dei pazienti. Tuttavia, il processo di raccolta e processamento del campione, fino all’analisi di laboratorio non è immune da errori che possono inficiare la qualità del dato clinico. Ogni fase del processo è importante ma dati recenti indicano che il 60-70% degli errori si concentra nella fase pre-analitica, ovvero nella fase di prelievo e gestione del campione prima dell’analisi di laboratorio, soprattutto quando vi è un intervento manuale da parte degli operatori.¹

 

Il momento della raccolta del campione è una fase particolarmente delicata in cui si possono riscontrare errori nell’identificazione del pazienti e la produzione di campioni non processabili perché non idonei (emolisati, in volume non sufficiente, coagulati o non idonei per altre ragioni).¹ Altri fattori che spesso determinano errori e devono essere sempre tenuti in considerazione sono le variabili legate al paziente, come il suo stato di salute, , le modalità di esecuzione del prelievo e l’uso di dispositivi adeguati.¹

 

Al fine di minimizzare gli errori e al contempo proteggere dai rischi, sia per la salute del paziente che degli operatori, sono state emanate diverse raccomandazioni in Italia e all’estero. Tra queste si ricordano le raccomandazioni del Clinical and Laboratory Standards Institute (“Collection of Diagnostic Venous Blood Specimens” 7a edizione, 2017) e le raccomandazioni della SIBioC (“Raccomandazioni per il prelievo di sangue venoso” 2008) e le Linee Guida della World Health Organization.1,2,3

 

Secondo le più recenti Linee Guida WHO, la buona pratica del prelievo ematico dipende dai seguenti fattori2:

• adeguata pianificazione
• appropriatezza del luogo di prelievo
• controllo della qualità del prelievo
• raccolta di un campione di qualità
• uso di standard per la cura di qualità dei pazienti e per la sicurezza degli operatori tra cui:
– disponibilità di strumenti e forniture protettive adeguati,
– disponibilità di profilassi post-esposizione,
– evitare contaminazione degli strumenti per il prelievo,
– formazione adeguata in prelievo ematico,
– cooperazione da parte del paziente.

 

 

L’importanza della formazione

A differenza di alcuni Paesi occidentali, in Italia non è prevista la figura professionale del “prelevatore” (phlebotomist) e non esiste un riferimento legislativo o delle raccomandazioni relative a questa figura. Questo contribuisce a generare un’eterogeneità relativa alle procedure1.

Anche per questo è cruciale introdurre in Italia corsi di formazione specifici rivolti a tutti i professionisti sanitari abilitati alla pratica1. Anche la WHO sottolinea l’importanza di formare gli operatori2.

 

 

Il monitoraggio del processo pre-analitico

La raccolta e la manipolazione dei campioni ematici pongono rischi significativi ed evitabili per il paziente e per l’operatore sanitario1. Occorre applicare degli standard globali per il monitoraggio di tutte queste procedure al fine di ridurre i rischi e di ottenere un campione di qualità e biologicamente rappresentativo, che permetta anche di raggiungere risultati omogenei e confrontabili tra i diversi laboratori3.

Le procedure devono essere automatizzate e standardizzate il più possibile al fine di limitare l’azione manuale dell’operatore1. Inoltre, le procedure devono essere messe per iscritto e facilmente consultabili2.

 

 

Identificazione del paziente

Accertare l’identità del paziente è la prima operazione da compiere da parte dell’operatore per evitare errori1,2. Si raccomanda di utilizzare almeno 3 criteri per accertarsi dell’identità del paziente1, ad esempio:
• controllo del braccialetto se il paziente è ospedalizzato,
• controllo della tessera sanitaria o di un altro documento,
• comunicazione verbale dell’identità del paziente (nome, cognome e data di nascita, attraverso una domanda aperta),
• verifica del nome sulla prescrizione.

 

 

Etichettatura delle provette

Si raccomanda di utilizzare provette già etichettate in precedenza e che riportino oltre all’identificazione del paziente, l’indicazione dell’area diagnostica, il volume del campione o il livello minimo di riempimento (es. “Coagulazione – Tappo Azzurro – 4,5 ml”). L’etichettatura dovrebbe essere eseguita mediante sistemi di produzione automatica1.

 

 

Ordine di raccolta delle provette

Per evitare problemi di contaminazione da provette contenenti reagenti alle provette usate successivamente è raccomandato seguire una precisa sequenza nella raccolta dei campioni, come suggerito dal Clinical and Laboratory Standards Institute1:

1. Flaconi destinati all’emocoltura,
2. Provette contenenti sodio-citrato destinate ad esami di coagulazione,
3. Provette di siero,
4. Provette contenenti litio-eparina,
5. Provette contenenti EDTA,
6. Provette contenenti citrato e destrosio,
7. Provette contenenti ossalato e/o fluoruro.

 

 

L’impegno di BD

Oggi BD è impegnata nello sviluppo di strumenti per il controllo delle variabili critiche del processo di raccolta del campione. Le soluzioni sviluppate permettono di ottimizzare le pratiche di laboratorio attraverso l’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative e l’efficientamento dei processi.

In particolare, questi strumenti consentono una guida agli operatori nel processo di prelievo ed evita gli errori legati alla manualità del singolo attuando un monitoraggio del processo preanalitico in tutte le sue fasi: selezione della provetta utilizzata, identificazione del paziente, ordine di raccolta dei campioni, ritardi nella consegna dei campioni e qualità del campione, evidenziando gli ambiti di miglioramento.

 

 

I vantaggi della digitalizzazione

La piattaforma digitale permette di registrare i dati relativi al paziente e al prelievo e di organizzarli in una dashboard intuitiva e personalizzabile ad uso dell’operatore. L’accesso immediato a questi dati è un valido supporto al raggiungimento degli standard di qualità desiderati.

 

 

L’impegno di BD nella formazione

noltre, BD crede nell’importanza del coinvolgimento degli operatori sanitari e per questo ha sviluppato il BD Professional Service che si prefigge l’obiettivo di formare in modo adeguato e approfondito gli operatori sanitari adibiti al prelievo ematico, sia con training on site che con sistemi digitali per la formazione a distanza.

 

 

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Referenze

1. Lippi G, et al. Raccomandazioni per il prelievo di sangue venoso. Documenti SIBioC. Biochimica Clinica, 2008, vol. 32, n. 6
2. WHO guidelines on drawing blood: best practices in phlebotomy
2. CLSI GP41-ED7:2017 Collection of Diagnostic Venous Blood Specimens, 7th Edition

 

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Webcast HPV IEO – Il valore degli HPV DNA Test nella lotta al tumore alla cervice uterina

 

Webcast IEO – Il valore degli HPV DNA Test nella lotta al tumore alla cervice uterina

 

“Dagli anni ’70 lo screening per il tumore al collo dell’utero è avvenuto tramite esame citologico: il Pap Test. Nel luglio 2012 il report dell’Health Technology Assessment rende pubblico il fatto che uno screening basato su HPV Test validati come test di primo livello possa essere più efficace di uno screening basato sulla citologia nel prevenire i tumori invasivi della cervice uterina. Nel 2013 le linee guida europee, recepite in Italia dal documento di indirizzo del Ministero della Salute, hanno quindi sancito l’utilizzo dell’HPV Test come test primario per lo screening del tumore cervicale, lasciando poi alla citologia il ruolo di triage per  gli HPV Test positivi. Questo perché tra i dati di letteratura è emerso che la sensibilità dell’HPV Test fosse nettamente più efficace del Pap Test che rimane invece un buon test di triage per la sua elevata specificità” – Dott. Fabio Bottari (IEO).

 

Per comprendere meglio l’evoluzione della diagnosi e dello screening dell’HPV, il ruolo centrale dei laboratori di anatomia patologica e quali sono oggi gli strumenti a disposizione degli operatori sanitari nella lotta al tumore alla cervice uterina e la loro efficacia, abbiamo intervistato attraverso 3 puntate il Dott. Fabio Bottari e la Dott.ssa Anna Daniela Iacobone dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO).

 

 

 

Prima Puntata – Dott. Fabio Bottari – HPV Test disponibili e il valore per il laboratorio

 

 

Seconda Puntata – Dott.ssa Anna Daniela Iacobone – Il valore dell’HPV Test nella prevenzione del tumore della cervice uterina, “Il valore per il Ginecologo”

 

Terza Puntata – Dott.ssa Anna Daniela Iacobone & Dott. Fabio Bottari – Il valore aggiunto dell’AUTOPRELIEVO per HPV Test nella prevenzione del tumore della cervice uterina

 

 

 

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Il nuovo Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza 2022-2025

 

Il nuovo Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza 2022-2025

L’antibiotico-resistenza è una delle principali emergenze sanitarie globali e necessita di azioni sempre più decise da parte dei sistemi sanitari di tutto il mondo. I microorganismi diventano resistenti agli antibiotici di origine farmaceutica grazie alla loro naturale capacità di acquisire la resistenza alle molecole biocide mediante mutazioni del loro genoma¹.

 

La pressione selettiva causata dall’uso eccessivo e improprio dei farmaci ad azione antibiotica ha portato il fenomeno dell’antibiotico-resistenza a livelli rilevanti con serie ricadute cliniche¹.

 

Una delle più importanti reti di sorveglianza, la Ears-Net, riporta che più di 670.000 infezioni all’anno sono causate da batteri antibiotico-resistenti². Nel nostro Paese sappiamo che circa il 7-10% dei pazienti ospedalizzati va incontro a infezione batterica multiresistente e che 4.500-7.000 decessi sono ad esse correlate³.

 

Per far fronte a questi dati preoccupanti nell’agosto 2022 il Dipartimento per gli Affari Regionali e Autonomie ha pubblicato il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico Resistenza (PNCAR) 2022-2025 che illustra la strategia nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza¹. L’obiettivo del documento, in versione rinnovata rispetto a quella pubblicata per il quadriennio 2017-2020, è di fornire linee strategiche operative per contrastare il problema nei prossimi anni¹. Le strategie si basano sull’esperienza maturata negli ultimi anni, sulle raccomandazioni europee e internazionali e sulle esperienze di altri Paesi¹. La visione che guida l’approccio multidisciplinare è quella della One Health, in cui è ormai ampiamente riconosciuto che la salute dell’uomo è interconnessa con la salute ambientale e animale¹.

 

Le strategie del documento si possono raccogliere in tre aree principali¹:
1. Sorveglianza e monitoraggio
2. Prevenzione delle infezioni
3. Buon uso degli antibiotici

 

 

Sorveglianza

Il primo pilastro è la sorveglianza che ha come obiettivo quello di monitorare la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici nell’ambiente e la loro evoluzione, integrando l’ambito umano a quello veterinario, in accordo con la visione One Health¹. Oggi sono attivi due servizi di sorveglianza coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità (la sorveglianza dell’antibiotico-resistenza, AR-ISS, e la sorveglianza delle batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi, CRE). Tali servizi devono essere potenziati sul territorio nazionale al fine di¹:
● assicurare una maggiore copertura sulla popolazione,
● aumentare la frequenza dei report,
● velocizzare l’invio dei dati.

 

L’integrazione con i dati demografici e clinici dei pazienti fornirebbe un set di informazioni preziose su cui lavorare nei prossimi anni¹.

 

 

Infezioni correlate all’assistenza

Anche l’insorgenza delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) deve essere oggetto di sorveglianza, al fine di intraprendere azioni coordinate. Occorre integrare i dati sulle infezioni a quelli sulla terapia e sulla profilassi antibiotica somministrata ai pazienti e ai dati dei profili di resistenza dei microorganismi associati alle ICA¹.

Questi dati permetteranno di definire meglio il problema, indirizzare le azioni da intraprendere e valutarne l’efficacia. Saranno importanti anche per guidare le scelte per la terapia antibiotica empirica, in modo da minimizzare l’uso improprio di antibiotici¹.

Le sorveglianze dovrebbero essere supportate da un sistema di allerta che evidenzi l’emergenza e la diffusione di nuove resistenze e i genotipi associati. Le sorveglianze dovrebbero essere supportate da un sistema di allerta che evidenzi l’emergenza e la diffusione di nuove resistenze e i genotipi associati¹.

 

 

Monitoraggio

Con monitoraggio si intende il controllo sull’uso degli antibiotici e il monitoraggio ambientale¹. Per quanto riguarda l’uso degli antibiotici l’Italia è una delle nazioni che registra i consumi più elevati a livello europeo¹. Occorre da un lato comprendere i trend nell’uso di antibiotici e come ridurre un consumo non appropriato e dall’altro verificare e monitorare la presenza di antibiotici di origine farmaceutica nell’ambiente. Infatti, gli antibiotici che vengono smaltiti in modo inadeguato e si trovano nel suolo e nelle acque hanno un ruolo nell’accelerare, stabilizzare e diffondere i batteri resistenti¹.

 

 

Prevenzione

Gli sforzi di prevenzione delle infezioni sono rivolti soprattutto verso le infezioni correlate all’assistenza (ICA) in ambito ospedaliero che oggi rappresentano, soprattutto in Italia, una vera emergenza. La prevenzione è rivolta anche verso le infezioni comunitarie e le zoonosi¹.

Occorre una raccolta di dati continua e sistematica, che venga analizzata in modo coordinato su tutto il territorio nazionale. Questo può essere cruciale per attivare e guidare azioni per la prevenzione e l’arginamento della diffusione delle malattie trasmissibili¹.

 

 

L’impegno di BD

BD è da sempre impegnata nel contrastare l’antibiotico-resistenza, grazie allo sviluppo di un’ampia gamma di prodotti e servizi che permettono di raggiungere una diagnosi di infezione microbica in modo rapido ed efficace, accompagnati da sistemi di tracciabilità e monitoraggio del dato clinico microbiologico.

 

Dal lato diagnostico, BD Phoenix™ Emerge Panels è un sistema in grado di rilevare in tempi rapidi e in modo accurato la resistenza antimicrobica di batteri gram-positivi e gram-negativi. Presenta 136 pozzetti per i test di sensibilità per testare diversi antibiotici a varie diluizioni per ogni pannello.

 

Per quanto riguarda il monitoraggio e l’integrazione dei dati BD ha sviluppato il BD EpiCenter™ Data Management System, un sistema avanzato per la gestione completa dei dati su un’unica piattaforma, pensata in modo specifico per la Diagnostica Microbiologica. Il software permette la raccolta, la conservazione e l’analisi dei dati (dati anagrafici e demografici dei pazienti, i risultati dei test e le analisi statistico-epidemiologiche). Il sistema comunica i dati di microbiologia provenienti dagli strumenti diagnostici BD per identificare rapidamente gli organismi e aiutare gli operatori sanitari e i decisori a reagire a potenziali minacce di infezioni associate all’assistenza sanitaria e alle resistenze emergenti.

BD Phoenix™ Emerge Panels e BD EpiCenter™ rappresentano quindi una risposta avanzata alle esigenze dettate dalle recenti raccomandazioni grazie alla rapidità di diagnosi, alla tracciabilità del campione e alla messa a disposizione degli operatori dei dati in tempo reale, in modo da facilitare una decisione terapeutica tempestiva, consapevole e appropriata.

 

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BD-84431

Referenze

1. Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025. 26 Agosto 2022

2. European Centre for Disease Prevention and Control. Surveillance of Antimicrobial Resistance in Europe 2018—Annual Report of the European Antimicrobial Resistance Surveillance Network (EARS-Net); European Centre for Disease Prevention and Control: Solna Municipality, Sweden, 2019. https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/surveillance-antimicrobial-resistance-europe-2018

3. Lenzi A, et al. Concept Paper preliminare sulla antibiotico-resistenza in Italia. Presidenza del Consiglio dei Ministri Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita. 2021

 

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BD e Accelerate Diagnostics al 50° Congresso Nazionale AMCLI

 

 

AMCLI 2023 – Grazie da BD e Accelerate Diagnostics

 

 

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Tamponi vaginali con procedura di auto-prelievo per HPV DNA test nella prevenzione del tumore alla cervice uterina

Tamponi vaginali con procedura di auto-prelievo per HPV DNA test nella prevenzione del tumore alla cervice uterina

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2020 ha lanciato un programma di azione per arrivare a eliminare il cancro cervicale provocato dal Papilloma Virus Umano (HPV) mediante vaccinazione e trattamento di almeno il 90% delle donne entro il 2030¹.

Molto si era comunque già cominciato a fare prima della pandemia, con campagne di sensibilizzazione riguardo il tema fondamentale della prevenzione¹-².

 

In Italia esistono programmi di screening organizzati a livello locale, che da decenni hanno permesso l’accesso gratuito delle donne tra i 25 e i 64 anni al Pap test/HPV DNA test, portando l’incidenza di tumore a livelli inferiori rispetto alla media mondiale. L’incidenza comunque non è ancora a zero, per cui è importante mantenere elevata la guardia e migliorare sempre di più l’accesso e l’adesione ai test preventivi³. Come attestato dallo IARC fin dal 1996, l’infezione da HPV è la condizione necessaria per lo sviluppo del carcinoma del collo dell’utero: si tratta del primo tumore riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad una infezione. Scoperto dal Prof. Harald Zur Hausen nel 1976 e 30 anni dopo insignito del premio Nobel, nel 2008.

 

Esistono circa 120 tipi di virus HPV, ma solo 12 causano il carcinoma del collo dell’utero. Risultare positivi all’HPV non significa avere per forza il tumore in quel momento, ma vuol dire essere a maggior rischio di sviluppo futuro. La maggior parte delle infezioni si risolve spontaneamente senza sintomi ma l’infezione che persiste oltre i due anni può determinare l’insorgenza di lesioni pre-tumorali e il carcinoma⁴. In Italia, nel 2020, il carcinoma della cervice uterina ha rappresentato il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età (2.400 nuovi casi stimati nel 2020, pari all’1,3% di tutti i tumori che colpiscono la popolazione femminile⁵.

 

L’eliminazione del tumore della cervice uterina è oggi un obiettivo di sanità pubblica mondiale lanciato dall’OMS nel 2018 e un impegno dell’Unione Europea che lo ha incluso nel Europe’s Beating Cancer Plan⁶. Lo screening per il carcinoma del collo dell’utero ha proprio l’obiettivo di individuare le infezioni persistenti da parte di questi tipi di virus dal potenziale oncogeno e le lesioni para-neoplastiche per attuare il corretto follow-up e trattamento prima di arrivare al tumore vero e proprio³.

 

Oggigiorno non è più necessario recarsi solo dal ginecologo per eseguire il test per la ricerca dell’HPV ma si può anche decidere di prelevare il campione direttamente a casa e portarlo nei centri diagnostici abilitati per avere un risultato chiaro e in tempi rapidi, nell’interesse di preservare la propria salute. Il tutto sotto controllo del clinico che gestirà il follow up della donna in caso di positività. Il test dell’HPV DNA è semplice, efficace e la raccolta del campione può essere effettuata anche autonomamente dalla donna grazie alle procedure di auto-prelievo usando dispositivi idonei e validati⁷-⁸. Con l’auto-prelievo, come già avviene per lo screening di prevenzione del tumore del colon retto ad esempio, la donna può prelevare in autonomia e a casa propria il campione di cellule per il test HPV DNA, senza doversi recare in consultorio o dal ginecologo, rendendo così ancora più facile partecipare alla campagna di screening. Sono stati fatti numerosi studi clinici⁹ per valutare l’affidabilità e l’accuratezza del risultato ottenuto con autoprelievo e sia la donna che il clinico possono fidarsi della procedura.

 

Per lo screening dell’infezione da HPV, Becton Dickinson offre BD Onclarity™ HPV test, che viene eseguito in laboratorio su piattaforme automatizzate BD Viper™ LT (per laboratori medio-piccoli) e BD COR™ (per laboratori centralizzati ad alta produttività). Il test rispetta perfettamente il Regolamento Europeo essendo marchiato CE IVD ed è clinicamente validato secondo i criteri Meijer¹⁰ per l’applicabilità in screening cervicale con HPV DNA test primario. Il test è validato CE-IVD sui campioni raccolti per eseguire anche citologia in fase liquida (Pap test) in fiale BD SurePath™ o ThinPrep®.

 

BD Onclarity™ HPV test consente di:

rilevare il DNA dei 14 genotipi HPV a rischio oncogeno (HR- HPV16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 66 e 68) associati allo sviluppo del tumore cervicale, con possibilità di genotipizzazione estesa oltre ai genotipi HPV 16 e 18. Sei genotipi sono genotipizzati singolarmente e i restanti sono genotipizzati in 3 gruppi diversi (P1, P2 e P3)

analizzare i geni per le oncoproteine virali E6 e E7, riducendo il rischio di falsi negativi che si possono riscontrare con l’analisi del DNA nel gene L1, a seguito di integrazione del DNA virale in quello cellulare

ridurre falsi positivi dovuto alla cross reattività con genotipi HPV a basso rischio oncogeno

accertare la rilevazione di possibili coinfezioni da parte dei diversi 14 genotipi ad alto rischio oncogeno

 

 

MUSA™ – Lasciati ispirare dalla semplicità

Da queste premesse e dalla volontà di BD di essere pioniere e in prima linea al fianco dei laboratori e delle donne italiane nel supportare la salute delle donne e lo screening contro l’HPV, nasce MUSA™, l’iniziativa creata per aumentare la consapevolezza dell’importanza della prevenzione del tumore al collo dell’utero partendo dalla diagnosi del Papillomavirus Umano.

 

In stretta collaborazione con il Centro Diagnostico Italiano – CDI, MUSA™ promuove l’importanza dello screening come arma imprescindibile per combattere questa malattia, grazie anche alla nuova soluzione del Test HPV in modalità autoprelievo: comoda, facile ed efficace che può essere fatto dove e quando si vuole. Attraverso un comodo form di richiesta, si può acquistare l’autoprelievo, in inglese “self-sampling”, che arriverà a casa e consentirà di prelevare il campione per il test HPV da fare autonomia e di inviarlo al Laboratorio per posta/corriere. Questa modalità di prelievo è stata pensata per cercare di massimizzare e rendere più agevole la partecipazione ai programmi di screening delle donne che hanno difficoltà o imbarazzo a recarsi agli ambulatori¹¹-¹².

 

Negli ultimi anni sono stati svolti studi clinici a livello italiano e internazionale mirati a valutare sia il gradimento dell’autoprelievo, sia la sicurezza e l’efficacia del test HPV DNA effettuato su campione autoprelevato rispetto a quello prelevato dal clinico (ginecolog*/ostetric*). I risultati hanno dimostrato l’affidabilità dell’autoprelievo e un alto livello di gradimento da parte delle donne ¹¹-¹².

 

Vuoi scoprire di più? Clicca sul banner qui a seguire e segui MUSA™ su Instagram e Facebook.

 

 

 

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Referenze

  1. Global strategy to accelerate the elimination of cervical cancer as a public health probmem. OMS 2020
  2. European guidelines for quality assurance in cervical cancer screening. 2015
  3. Camara H, Zhang Y, Lafferty L, Vallely AJ, Guy R, Kelly-Hanku A. Self-collection for HPV-based cervical screening: a qualitative evidence meta-synthesis. BMC Public Health. 2021 Aug 4;21(1):1503.
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  5. Redazione ANSA. https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2022/05/31/hpv-in-italia-quinto-tumore-per-le-donne-under50_364100ce-cd7c-4410-9ca2-e4190785e0da.html Visitato il 01 giugno 2022
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  10. BD Onclarity™ HPV Assay EU Package Insert (8089899).
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