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IL – Soluzioni di valore per la microbiologia nel percorso diagnostico

 

 

 

Innovation Lab | Integrated Microbiology Solution – Soluzioni di valore nel percorso diagnostico

Innovation Lab sono i corsi di BD Academy Center, lo spazio fisico di BD a Milano dedicato alla formazione, volti alla presentazione e alla descrizione delle soluzioni diagnostiche, dei benefici che apportano al laboratorio e all’outcome del paziente.

 

Il corso “Integrated Microbiology Solution – Soluzioni di valore nel percorso diagnostico” ha come scopo la presentazione della soluzione completa BD per la microbiologia. Durante la giornata si presenteranno le caratteristiche distintive e i benefici che l’Integrated Microbiology Solutions può portare al laboratorio e all’intera organizzazione sanitaria. L’incontro partirà con una breve introduzione sulla divisione IDS per poi proseguire com una relazione da parte del Medical Affairs sulle sfide attuali legate al mondo della Microbiologia, nuove resistenze e l’importanza di una sorveglianza e un monitoraggio attivo, anche alla luce del nuovo PNCAR. Si passerà poi alla presentazione di come BD può supportare il laboratorio nelle diverse fasi del processo (Formazione, fase pre-analitica, analitica (crescita, rilevamento, identificazione e antibiogramma) e di refertazione, epidemiologia e statistica.

 

Dettagli evento

Inizio corso e registrazione: 31/01/2023 – ore 10:00

Conclusione corso: 31/01/2023 – ore 16:00

Luogo: BD Academy Center – Via Enrico Cialdini 16, 20161, Milano (MI)

 

 

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Le tecniche di screening molecolare per organismi multiresistenti ai farmaci (MDRO) possono ridurre i tassi di mortalità e l’onere economico della resistenza antimicrobica (AMR)

Le tecniche di screening molecolare per organismi multiresistenti ai farmaci (MDRO) possono ridurre i tassi di mortalità e l’onere economico della resistenza antimicrobica (AMR) 

Gli organismi multiresistenti (MDRO) sono microrganismi, principalmente batteri, che diventano resistenti a causa dell’uso improprio di antibiotici, nonché attraverso mutazioni naturali.1 Esistono evidenze secondo cui la resistenza antimicrobica (AMR) sia una delle maggiori minacce per la salute globale , sicurezza alimentare e sviluppo nella società odierna.1 L’AMR non solo impedisce il trattamento di malattie infettive, come la polmonite, ma secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) mette a rischio anche i risultati della medicina moderna, poiché gli interventi chirurgici diventano molto più pericolosi senza antibiotici efficaci.1 

 

Un rapporto di sorveglianza europeo pubblicato nel 2020, basato sui dati per il periodo 2015-2019, ha mostrato che i paesi europei avevano fino al 46,7% di isolati invasivi di Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina (MRSA).2 Sono stati riscontrati anche tassi particolarmente elevati di resistenza ai carbapenemi, specie in alcuni Paesi tra cui Grecia, Italia e Bulgaria (Tabella 1).2  

 

 

 

 

Tra il 2015 e il 2019, in vari Paesi europei come Irlanda, Germania, Romania, Ungheria, Grecia, Lettonia, Croazia, Lituania, Polonia e Slovacchia, è stato osservato un aumento significativo anche degli Enterococchi resistenti alla vancomicina (VRE) con 25-50 % di isolati invasivi con resistenza.2 Nonostante la Norvegia abbia una delle percentuali più basse di AMR nelle infezioni del sangue, la resistenza agli antibiotici ad ampio spettro – usati per combattere gli MDRO – è aumentata negli ultimi 10 anni.3 Guardando in particolare alla situazione Italiana, i risultati della sorveglianza nazionale AR-ISS pubblicati a fine 2021 sui i dati raccolti nel 2020 – in piena emergenza COVID-19 – hanno mostrato ancora elevate percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza, con particolare preoccupazione per MRSA si è mantenuta stabile, intorno al 34%) ed Enterococcus faecium (cresce la percentuale di isolati resistenti alla vancomicina, fino a 23,6%).4 

 

L’aumento della prevalenza MDRO in tutta Europa richiede, quindi, un intervento efficace per ridurre il carico sociale. Sulla prevalenza degli MDRO influiscono diversi fattori di rischio, alcuni emersi di recente, che hanno un vasto impatto sui sistemi sanitari e sulle comunità europee. Questo impatto negativo è probabilmente dovuto anche alle carenze delle attuali tecniche di screening, che si traducono in una mancanza di rilevamento e controllo della resistenza antimicrobica. 

 

Fattori di rischio per MDRO in Europa 

Il fattore di rischio più noto per la resistenza antimicrobica è l‘abuso di antibiotici; a livello globale, si verifica una grande quantità di automedicazione antibiotica a causa dell’accesso “da banco”. Secondo il Centro europeo per la prevenzione delle malattie (ECDC) e l’OMS, la Grecia ha mostrato una dose giornaliera definita (DDD) più alta di uso di antibiotici in Europa e un aumento del consumo del 2,4% tra il 2014 e il 2018, mentre molti Paesi europei hanno assistito a una diminuzione.4 Questo, associato agli alti livelli di resistenza agli antibiotici in Grecia, suggerisce un nesso causale.2 

 

D’altra parte, l’Italia – Paese con livelli elevati di resistenza agli antibiotici – ha mostrato una DDD relativamente bassa, suggerendo il coinvolgimento di fattori aggiuntivi. Nuovi ceppi di MRSA sono stati rilevati in Europa nel 2021; in particolare, il clone t304/ST6 è stato identificato in cinque paesi dell’Europa settentrionale come originario del Medio Oriente.6 Inoltre, uno studio su richiedenti asilo e rifugiati ammessi all’ospedale universitario di Helsinki tra il 2010 e il 2017 ha rilevato che il 45% è stato colonizzato da MDRO e Il 12,5% aveva due o più ceppi di MDRO rilevabili.7 La percentuale di portatori di MDRO era maggiore tra i pazienti dell’Iraq (57,2%), della Siria (55,8%), dell’Afghanistan (34,8%) e della Somalia (25,8%).7 Le migrazioni di massa dai Paesi a basso e medio reddito del Medio Oriente e dell’Africa è prevalente nella società odierna, con l’Europa che ha ricevuto 9,2 milioni di domande di asilo tra il 2010 e il 2019.8 Secondo la Commissione Europea, Italia e Grecia sono tra i paesi europei con il maggior numero di domande di asilo per la prima volta.9  

 

Uno studio recente ha anche riscontrato un’associazione tra MRSA e cambiamento climatico, suggerendo che un aumento di 1°C della temperatura media potrebbe comportare un aumento di 1,02 volte.10 Sembra esserci un’associazione tra la temperatura media della stagione calda e rilevazione di MRSA, con un coefficiente di correlazione di 0,826.10 Inoltre, si stima che la prevalenza di Pseudomonas aeruginosa resistente ai carbapenemi (CRPA) raddoppierà nel Regno Unito e nei Paesi Bassi entro il 2039 e aumenterà del 70% in Danimarca a causa del solo cambiamento climatico.11 Un altro studio negli Stati Uniti ha rilevato che un aumento di 10°C della temperatura tra le regioni ha provocato un aumento della resistenza agli antibiotici del 4,2%, 2,2% e 2,7% per Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae e Staphylococcus aureus; questo aumento è stato anche associato a una maggiore densità di popolazione, suggerendo che la crescita della resistenza antimicrobica non dovrebbe essere sottovalutata nelle popolazioni attualmente in crescita.11  

 

Impatto dell’AMR sui Paesi europei e azioni di contrasto previste in Italia. 

La mancanza di un intervento sufficiente per combattere gli MDRO potrebbe portare a un aumento del 72% della resistenza agli antibiotici di seconda linea entro il 2030 nell’UE/SEE ed è probabile che la resistenza agli antibiotici di ultima linea raddoppi.12 Ciò ha gravi implicazioni per i Paesi europei, poiché le infezioni determinano un aumento della durata delle degenze ospedaliere, un aumento dei tassi di resistenza agli antimicrobici, costi medici più elevati e un aumento della mortalità.13 

 

Laddove gli antibiotici di prima linea non possono più essere utilizzati, è spesso necessario l’impiego di farmaci più costosi, comportando un maggiore onere economico per le famiglie e per tutta la società.1 Nel 2019, l’AMR e il suo trattamento inefficace sono costati 1,1 miliardi di euro ai sistemi sanitari dell’UE/Paesi SEE.12 In modo preoccupante, nel 2019, i decessi in Europa dovuti alla resistenza antimicrobica sono aumentati a 33.000.12 Una rapida valutazione del rischio per le Enterobacteriaceae resistenti ai carbapenemi (CRE) nel 2018 ha suggerito che indagini di laboratorio e segnalazioni tempestive e appropriate sono essenziali per evitare ritardi nel trattamento appropriato e minimizzare il rischio di morte associato.15  

 

In Italia, il nuovo Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025, redatto dal Ministero della Salute e recentemente pubblicato16, si articola su tre filoni principali di azione che prevedono un approccio multidisciplinare e One Health (principale elemento di innovazione rispetto ai piani precedenti): 

 

  • sorveglianza e monitoraggio integrato dell’AMR, dell’utilizzo di antibiotici, delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) e monitoraggio ambientale;  
  • prevenzione delle ICA in ambito ospedaliero e comunitario e delle malattie infettive e zoonosi;  
  • uso appropriato degli antibiotici sia in ambito umano che veterinario e corretta gestione e smaltimento degli antibiotici e dei materiali contaminati. 

 

Tra gli obiettivi nell’ambito della sorveglianza/monitoraggio dell’AMR c’è ad esempio il rafforzamento della sorveglianza CRE, promuovendo l’uso di metodiche molecolari. L’importanza di una sorveglianza degli MDRO a livello nazionale era da tempo sotto esame ed era stata ripresa come necessità anche dal gruppo di lavoro GLISTer di AMCLI in un articolo del 2017, con focus su Residenze Sanitarie Assistite e Strutture Territoriali Assimilabili, identificando anche tre diversi livelli di sorveglianza possibili. 

 

Le tecniche molecolari come complemento alle tecniche colturali classiche 

Tradizionalmente, lo screening per la resistenza antimicrobica utilizza tecniche di coltura su piastra, per le quali il processo di ottenimento del risultato (TAT) dall’inizio alla fine può richiedere fino a cinque giorni.18 Aspettare così tanto tempo per l’identificazione può portare a ritardi nell’attuazione di adeguate misure di controllo delle infezioni, portando potenzialmente a un’ulteriore trasmissione e mutazioni. Un’identificazione ritardata può portare anche a ritardi nell’avvio di un trattamento appropriato, che può anche contribuire alla resistenza batterica e potrebbe essere dannoso per la salute del paziente o addirittura rivelarsi fatale.  

 

Uno studio ha osservato che quando si confronta specificamente il rilevamento di S. aureus sensibile alla meticillina (MSSA) e MRSA utilizzando tecniche di coltura rispetto a un test PCR, il rilevamento è costantemente sottostimato. Per i metodi di coltura, la semina diretta ha rilevato il 22,4% di MSSA e l’1,2% di MRSA nei campioni rispetto al 35,6% di MSSA e al 2,3% di MRSA utilizzando un test PCR.19 Nello stesso studio, hanno modellato questi risultati sui dati della sorveglianza nazionale e hanno stimato che circa 5.000-8.000 infezioni del sito chirurgico di S. aureus potrebbero essere prevenute utilizzando metodi di screening molecolare. Nel solo Regno Unito, ciò potrebbe far risparmiare da £ 17 milioni a £ 130 milioni all’anno in costi di trattamento.19 

 

Ci sono diverse problematiche (e le loro implicazioni) nella ricerca e nello sviluppo di un efficace test di screening per MDRO. La diagnostica molecolare per MDRO può essere utile come secondo step per confermare i test colturali fenotipici e nella sorveglianza, ad esempio, per confermare i meccanismi responsabili di determinate resistenze20. Tuttavia, si ritiene che i metodi colturali sottovalutino notevolmente il numero di MDRO all’interno di un campione e tali falsi negativi devono essere ridotti al minimo per ridurre l’impatto sui sistemi sanitari. Ciò suggerisce un uso dei test molecolari come primo step, ma sebbene forniscano informazioni importanti e clinicamente rilevanti, hanno a loro volta limiti: infatti, i test molecolari sono più sensibili dei colturali, ma rilevano solo i geni o le mutazioni di resistenza noti e il test di resistenza fenotipica (esame colturale) è sempre necessario nella sorveglianza – in caso di risultato positivo – per garantire la corretta classificazione degli isolati batterici20. In ogni caso, ne deriva che la diagnostica molecolare e fenotipica degli MDRO si completano a vicenda per migliorare la comprensione sia dell’entità della resistenza in un determinato contesto che dei meccanismi sottostanti responsabili della resistenza20.  

 

L’impegno e le soluzioni di BD 

BD è quotidianamente al fianco degli operatori sanitari di tutto il mondo nella lotta all’AMR. BD si impegna ad aiutare a rallentare la diffusione della resistenza agli antibiotici migliorando la consapevolezza, la sorveglianza, la prevenzione delle infezioni e la gestione dei pazienti. 

 

Offriamo un’ampia gamma di soluzioni utilizzabili per prevenire la diffusione delle infezioni nelle strutture sanitarie, sistemi diagnostici per il monitoraggio e la diagnosi di infezioni correlate all’assistenza (ICA), compresi i ceppi resistenti ai farmaci, e funzionalità di sorveglianza e reportistica all’avanguardia per monitorare e prevedere i focolai di MDRO. 

 

In particolare: 

  • la gamma di test molecolari validati per il sistema totalmente automatizzato BD MAX™ per il monitoraggio delle ICA e i principali MDRO (compreso MDR-TB) garantisce un rilevamento precoce e accurato che, associato a un adeguato trattamento antimicrobico, può prevenire la trasmissione e migliorare la gestione del paziente. Scopri maggiori dettagli su test molecolari disponibili per CPO, MRSA, VRE e Cdiff. [Link alla brochure ICA Biologia Molecolare/Materiale informativo di BD Academy] 
  • soluzioni per le analisi colturali e fenotipiche (manuali ed automatizzate), tra cui il sistema BD Phoenix M50 ed i relativi pannelli, associato al BD Bruker MALDI BioTyper® e al middlware BD Epicenter che garantisce risultati accurati ID/AST per la corretta classificazione del microrganismo e prescrizione degli antibiotici. Scopri maggiori dettagli QUI.  

BD è partner a 360° nel flusso di lavoro per la sorveglianza degli MDRO. Approfondisci QUI l’impegno di BD per la lotta all’AMR e alle ICA. 

 

 

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Referenze

  1. World Health Organization. Antibiotic Resistance. 2020. Available at: https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/antibiotic-resistance. Accessed: July 2021. 
  2. European Centre for Disease Prevention and Control. Surveillance report. Antimicrobial resistance in the EU/EEA (EARS-Net). 2019. Available at: https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/surveillance-antimicrobial-resistance-europe-2019. Accessed: July 2021.  
  3. European Centre for Disease Prevention and Control. ECDC country visit to Norway to discuss antimicrobial resistance issues. ECDC. 2019. Available at: https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/antimicrobial-resistance-country-visit-norway.pdf. Accessed: July 2021.  
  4. Epicentro – Report del Sistema di sorveglianza AR-ISS. Available at: https://www.epicentro.iss.it/antibiotico-resistenza/ar-iss/RIS-1_2021.pdf   – Accessed: Oct 2022. 
  5. Robertson J, Vlahović-Palčevski V, Iwamoto K, Högberg LD, Godman B, Monnet DL, Garner S, Weist K, Strauss R, Vandael E, and Ivanov IN. Variations in the Consumption of Antimicrobial Medicines in the European Region, 2014–2018: Findings and Implications from ESAC-Net and WHO Europe. Front Pharmacol. 2021;12:639207. 
  6. Bartels MD, Worning P, Andersen LP, Bes M, Enger H, Ås CG, Hansen TA, Holzknecht BJ, Larssen KW, Laurent F, and Mäkitalo B. Repeated introduction and spread of the MRSA clone t304/ST6 in northern Europe. Clin Microbiol Infect. 2021;27(2):284.e1-284.e4. 
  7. Aro T and Kantele A. High rates of meticillin-resistant Staphylococcus aureus among asylum seekers and refugees admitted to Helsinki University Hospital, 2010 to 2017. Euro Surveill. 2018;23(45):1700797. 
  8. United Nations High Commissioner for Refugees. Global trends: Forced Displacement in 2019. 2019. Available at: https://www.unhcr.org/5ee200e37.pdf. Accessed: July 2021.  
  9. European Commission. Overall figures of immigrants in European society. 2020. Available at: https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/promoting-our-european-way-life/statistics-migration-europe_en. Accessed: July 2021. 
  10. Kaba HE, Kuhlmann E, and Scheithauer S. Thinking outside the box: association of antimicrobial resistance with climate warming in Europe–a 30 country observational study. Int J Hyg Environ Health. 2020;223(1):151-158. 
  11. MacFadden DR, McGough SF, Fisman D, Santillana M, and Brownstein JS. Antibiotic resistance increases with local temperature. Nat Clim Change. 2018;8(6):510-514. 
  12. European Centre for Disease Prevention and Control. and Organisation for Economic Cooperation and Development. Antimicrobial Resistance: Tackling the Burden in the European Union. 2019; pp.3. Available at: https://www.oecd.org/health/health-systems/AMR-Tackling-the-Burden-in-the-EU-OECD-ECDC-Briefing-Note-2019.pdf. Accessed: July 2021. 
  13. Váradi L, Luo JL, Hibbs DE, Perry JD, Anderson RJ, Orenga S, and Groundwater PW. Methods for the detection and identification of pathogenic bacteria: past, present, and future. Chem Soc Rev. 2017;46(16):4818-4832. 
  14. European Centre for Disease Prevention and Control and the European Medicines Agency. The bacterial challenge: time to react. A call to narrow the gap between multidrug-resistant bacteria in the EU and the development of new antibacterial agents. Available at: https://www.ecdc.europa.eu/sites/portal/files/media/en/publications/Publications/0909_TER_The_Bacterial_Challenge_Time_to_React.pdf. Accessed: July 2021.  
  15. European Centre for Disease Prevention and Control. Rapid Risk Assessment: Carbapenem-resistant Enterobacteriaceae – first update. 2018. Available at: https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/RRA-Enterobacteriaceae-Carbapenems-European-Union-countries.pdf. Accessed: July 2021.  
  16. Redazione Aboutpharma. Antibioticoresistenza: il nuovo Piano nazionale 2022-25 è all’esame delle Regioni. 21 Settembre 2022. https://www.aboutpharma.com/animal-health/antibioticoresistenza-il-nuovo-piano-nazionale-2022-25-e-allesame-delle-regioni/  
  17. Aschbacher, R., Pagani, L., Migliavacca, R. et al. Recommendations for the surveillance of multidrug-resistant bacteria in Italian long-term care facilities by the GLISTer working group of the Italian Association of Clinical Microbiologists (AMCLI). Antimicrob Resist Infect Control 9, 106 (2020). https://doi.org/10.1186/s13756-020-00771-0 
  18. Scerbo MH, Kaplan HB, Dua A, Litwin DB, Ambrose CG, Moore LJ, Murray CCK, Wade CE, and Holcomb JB. Beyond blood culture and gram stain analysis: a review of molecular techniques for the early detection of bacteremia in surgical patients. Surg Infect (Larchmt). 2016;17(3):294-302. 
  19. Tsang STJ, McHugh MP, Guerendiain D, Gwynne P, Boyd J, Walsh TS, Laurenson IF, Templeton KE, and Simpson AHRW. Underestimation of Staphylococcus aureus carriage associated with standard culturing techniques. Bone Joint Res. 2018;7(1):79-84. 
  20. Global Antimicrobial Resistance Surveillance System (GLASS). Molecular methods for antimicrobial resistance (AMR) diagnostics to enhance the Global Antimicrobial Resistance Surveillance System. Geneva: World Health Organization; 2019 (WHO/WSI/AMR/2019.1). Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO. https://www.who.int/publications/i/item/WHO-WSI-AMR-2019.1  

 

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INFLUENZA E SARS-COV-2, SE L’UNIONE FA LA FORZA

Influenza e SARS-CoV-2, se l’unione fa la forza

Il monitoraggio delle infezioni da SARS-CoV-2 (agente eziologico del COVID-19) è una procedura a cui siamo ormai abituati, sia come esecutori che come pazienti: sappiamo orientarci tra test molecolari, antigenici e sierologici per individuare la presenza di un’infezione da SARS-CoV-2, presente o passata, nell’organismo¹.

Sappiamo anche quanto la malattia del COVID-19 abbia impattato sui tassi di mortalità. Dati epidemiologici statunitensi di aprile 2020 mostrano, in un’immagine intuitiva, l’impatto della pandemia passata rispetto alle più comuni cause di mortalità. Si evince da questo grafico che sia l’infezione da SARS-CoV-2 che l’influenza “classica” siano patologie con prognosi potenzialmente infausta².

Figura 1. Mortalità (nuove morti settimanali) negli USA per COVID-19; dati aggiornati ad aprile 2020

I vaccini sembrano aver fornito un buon grado di immunità, perlomeno verso le varianti virali note al momento della loro produzione e quello che ci aspettiamo per i mesi a venire è che il virus possa circolare in modo stagionale come un’influenza “classica”³. Tuttavia, resta un certo grado di incertezza su quello che accadrà realmente a causa della continua comparsa e circolazione di nuove varianti virali, ognuna con caratteristiche di contagiosità e morbidità leggermente differenti dalle precedenti. Finora sono state identificate in tutto il mondo centinaia di varianti di questo virus, alcune definite preoccupanti, in particolar modo per i pazienti fragili, “variants of concern” (Voc) dall’OMS:

 

  • Variante Omicron (Variante B.1.1.529) rilevata per la prima volta in Sud Africa il 24 novembre 2021. Risultata recentemente predominante in Italia ed Europa.
  • Variante Delta (Variante VUI-21APR-01, nota anche come B.1.617) rilevata per la prima volta in India.
  • Variante Gamma (Variante P.1) con origine in Brasile.
  • Variante Beta (Variante 501Y.V2, nota anche come B.1.351) identificata in Sud Africa.
  • Variante Alfa (Variante VOC 202012/01, nota anche come B.1.1.7) identificata per la prima volta nel Regno Unito.

 

Il monitoraggio virologico rimane quindi indispensabile sia per la raccolta e l’aggiornamento di dati epidemiologici che per proteggere le persone fragili con cui potremmo venire a contatto⁴.

 

La sorveglianza virologica, attiva da anni, mantiene per il 2022 il protocollo di monitoraggio “InfluNet” già aggiornato della stagione 2020-21 con alcuni cambiamenti rispetto alla precedente stagione influenzale dovuti al contesto emergenziale della pandemia da SARS-COV-2, con queste indicazioni:

 

  1. Istituzione di un sistema di sorveglianza più capillare, con maggiore arruolamento di medici sentinella (MMG e PLS) per raggiungere una copertura di almeno il 4% della popolazione regionale (4% per ciascuna Asl e per ciascuna fascia di età). Parallelamente è chiesto di rafforzare anche la sorveglianza virologica con l’aumento del numero di tamponi effettuati tra gli assistiti dei medici sentinella. Sarebbe auspicabile che a tutti gli assistiti dei MMG e PLS con ILI (Sindromi Simil-Influenzali) sia effettuato il tampone.
  2. Poiché la sintomatologia delle sindromi influenzali è paragonabile a quella del Covid-19 si ritiene opportuno effettuare, sullo stesso tampone, la ricerca dei virus influenzali e del Sars-CoV-2 in parallelo.
  3. I Laboratori di riferimento regionale per l’influenza potranno continuare a raccogliere anche il risultato del Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) nei campioni clinici testati nell’ambito della sorveglianza dell’influenza⁵.

 

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’ultimo congresso sull’argomento, svoltosi nel 2022, ha segnalato quanto sia importante procedere alla sorveglianza attiva, monitorando sia SARS-CoV-2 che Influenza e Virus Respiratorio Sinciziale (RSV)⁶.

Con l’allentamento delle restrizioni il problema delle co-infezioni sarà verosimilmente preponderante già a partire dal prossimo autunno; è dimostrato infatti che nei periodi di stagionalità si riscontrano spesso co-infezioni virali come tra SARS-CoV-2 e virus influenzali, RSV e adenovirus⁷.

 

È inoltre dimostrato come la prevenzione sia un’arma efficace nel ridurre l’esposizione stagionale alle infezioni influenzali: durante la pandemia di SARS-CoV-2, l’incidenza di influenza assoluta è stata globalmente ridotta e questo a seguito delle norme igieniche e delle restrizioni adottate. Si ritiene che consigliare al cittadino di fare screening, stimolando il suo stesso senso civico nei confronti delle persone più fragili, sia la strada giusta per contenere la vera spesa sanitaria legata a queste patologie respiratorie⁸. Le attuali indagini diagnostiche dovrebbero essere orientate a rilevare entrambi i virus e non solo il SARS-CoV-2, in modo da attuare una strategia di prevenzione delle infezioni virali respiratorie davvero efficace anche nel caso di sospetto di RSV, patologia virale respiratoria abbastanza poco comune ma che può colpire soprattutto i soggetti più fragili.

 

Cosa succede se si contrae una coinfezione da SARS-CoV-2 e Influenza?
Esistono più risposte a questa domanda perché diverse sono le conseguenze che una coinfezione potrebbe comportare. Eccone alcune:

 

  • L’influenza può rendere più suscettibili al SARS-CoV-2 per una riduzione delle fisiologiche capacità di difesa. L’influenza peggiora i sintomi e il rischio di ospedalizzazione nei pazienti. Un recentissimo studio condotto in Francia e pubblicato sul Lancet, dimostra che i pazienti con coinfezioni da SARS-CoV-2/Influenza presentano oltre il quadruplo delle probabilità di richiedere la ventilazione assistita, e probabilità 2,35 volte superiori di morire, rispetto ai pazienti con il solo SARS-CoV-2. La ricerca, coordinata in UK come parte dell’International Severe Acute Respiratory and emerging Infection Consortium’s (ISARIC) – Coronavirus Clinical Characterisation Consortium, è il più grande studio mai condotto su persone con SARS-CoV-2 e altri virus respiratori endemici, con oltre 200000 pazienti osservati⁹.

Figura 2. Ricorso alla ventilazione meccanica e mortalità in UK da febbraio 2020 a
dicembre 2021 in pazienti con coinfezione concomitante da SARS-CoV-2 (OR: Odds Ratio)
  • La coinfezione sembrerebbe un potenziale fattore di rischio di esacerbazione dei danni polmonari. In uno studio cinese, si dimostra come nei topi preinfettati da influenza A, una successiva infezione da SARS-COV-2 porti danni ai polmoni molto più ingenti per effetto diretto sui recettori ACE2¹⁰.
  • In generale, la coinfezione del virus dell’influenza e SARS-CoV-2 può favorire infezioni polmonari severe da parte di altri microrganismi per molteplici ragioni. Il virus dell’influenza, per esempio, incrementa le potenzialità infettive dei batteri opportunisti, aumentandone l’aderenza e la capacità di invasione, rendendo difficile l’eradicazione delle infezioni perché richiedono l’uso di terapie antibiotiche e debilitano fortemente i pazienti affetti¹¹. Modificare la strategia di testing dei pazienti con SARS-COV-2, ampliando la ricerca anche per l’influenza in maniera molto più ampia, potrebbe quindi essere una strategia utile per il contenimento di altre infezioni virali respiratorie e per la protezione della popolazione più fragile¹².

 

La corretta e tempestiva identificazione di Influenza e SARS-COV-2 ha dei risvolti pratici nella gestione dei sintomi spesso simili e nel contenimento della diffusione dei virus altamente trasmissibili¹³. Il notevole aumento del rischio per i pazienti con co-infezione ha diverse implicazioni e suggerisce di sottoporre i pazienti ricoverati per malattia da SARS-CoV-2 a duplice test per identificarli come potenzialmente più fragili , interpretare le risposte immunomodulatorie o inviarli ad una terapia antivirale personalizzata.

 

Il tampone nasofaringeo/orofaringeo di pazienti sintomatici può essere usato per la ricerca simultanea del Virus SARS-CoV-2, dei Virus dell’influenza A e B e dei geni specifici dei virus respiratori sinciziali con metodica Real Time PCR. Il co-testing per SARS-CoV-2 e altri patogeni respiratori come quelli indicati, su tamponi eseguiti in pazienti sintomatici, è caldamente raccomandato anche nel protocollo InfluNet 22-23¹⁴ recentemente pubblicato nel conteso della sorveglianza epidemiologica e virologia dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Ad oggi esistono in commercio test molecolari altamente sensibili che permettono di fornire in breve tempo una risposta qualitativa definitiva, in tempi rapidi e garantendo la massima efficienza del flusso di lavoro in laboratorio, come il test BD SARS-Cov-2/Flu(con possibilità anche di rilevazione di RSV nella stessa reazione) per il sistema diagnostico BD MAX™.

 

 

 

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Referenze
1. Ong DSY, Fragkou PC, Schweitzer VA, Chemaly RF, Moschopoulos CD, Skevaki C; European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (ESCMID) Study Group for Respiratory Viruses (ESGREV). How to interpret and use COVID-19 serology and immunology tests. Clin Microbiol Infect. 2021 Jul;27(7):981-986.
2. Schulman A. et al, Not Like the Flu, Not Like Car Crashes, Not Like – The New Atlantis. 2020
3. Chotpitayasunondh T, Fischer TK, Heraud JM, Hurt AC, Monto AS, Osterhaus A, Shu Y, Tam JS. Influenza and COVID-19: What does co-existence mean? Influenza Other Respir Viruses. 2021 May;15(3):407-412.
4. Prevalenza e distribuzione delle varianti di SARS-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia. Epicentro ISS. Rapporto 10 dicembre 2021
5. InfluNet & CovidNet. Sistema di Sorveglianza Sentinella delle sindromi simil- influenzali, dei virus influenzali e del virus Sars-CoV-2
6. McKimm-Breschkin JL, Hay AJ, Cao B, Cox RJ, Dunning J, Moen AC, Olson D, Pizzorno A, Hayden FG. COVID-19, Influenza and RSV: Surveillance-informed prevention and treatment – Meeting report from an isirv-WHO virtual conference. Antiviral Res. 2022 Jan;197:105227.
7. Swets MC, Russell CD, Harrison EM, Docherty AB, Lone N, Girvan M, Hardwick HE; ISARIC4C Investigators, Visser LG, Openshaw PJM, Groeneveld GH, Semple MG, Baillie JK. SARS-CoV-2 co-infection with influenza viruses, respiratory syncytial virus, or adenoviruses. Lancet. 2022 Apr 16;399(10334):1463-1464.
8. Stamm P, Sagoschen I, Weise K, Plachter B, Münzel T, Gori T, Vosseler M. Influenza and RSV incidence during COVID-19 pandemic-an observational study from in-hospital point-of-care testing. Med Microbiol Immunol. 2021 Dec;210(5-6):277-282.
9. Swets MC, Russell CD, Harrison EM, Docherty AB, Lone N, Girvan M, Hardwick HE; ISARIC4C Investigators, Visser LG, Openshaw PJM, Groeneveld GH, Semple MG, Baillie JK. SARS-CoV-2 co-infection with influenza viruses, respiratory syncytial virus, or adenoviruses. Lancet. 2022 Apr 16;399(10334):1463-1464.
10. Bai L, Zhao Y, Dong J, Liang S, Guo M, Liu X, Wang X, Huang Z, Sun X, Zhang Z, Dong L, Liu Q, Zheng Y, Niu D, Xiang M, Song K, Ye J, Zheng W, Tang Z, Tang M, Zhou Y, Shen C, Dai M, Zhou L, Chen Y, Yan H, Lan K, Xu K. Coinfection with influenza A virus enhances SARS-CoV-2 infectivity. Cell Res. 2021 Apr;31(4):395-403.
11. Musher DM. Bacterial Coinfection in COVID-19 and Influenza Pneumonia. Am J Respir Crit Care Med. 2021;204(5):498-500. doi:10.1164/rccm.202106-1467ED
12. Saul H, Gursul D, Antonelli M, Steves C. Frail older people and those in deprived areas remain at risk from covid-19, even after vaccination. BMJ. 2022 Jul 4;378:o1313.
13. Pormohammad A, Ghorbani S, Khatami A, Razizadeh MH, Alborzi E, Zarei M, Idrovo JP, Turner RJ. Comparison of influenza type A and B with COVID-19: A global systematic review and meta-analysis on clinical, laboratory and radiographic findings. Rev Med Virol. 2021 May;31(3):e2179.
14. Protocollo operativo InfluNet & RespiVirNet stagione 2022-23 – https://w3.iss.it/site/RMI/influnet/pagine/Documenti.aspx (Visionato il giorno 17 ottobre 2022)

 

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LA SEPSI: QUANDO LE INFEZIONI GENERANO UN IMPATTO ANCHE SULLA MEDICINA SOCIALE

LA SEPSI: QUANDO LE INFEZIONI GENERANO UN IMPATTO ANCHE SULLA MEDICINA SOCIALE

Presentato il policy brief “La Sepsi: quando le infezioni generano un impatto anche sulla medicina sociale”in occasione della Giornata mondiale della Sepsi (13 settembre). Clinici, istituzioni e pazienti uniti con l’obiettivo di sensibilizzare le persone aumentando la consapevolezza e la conoscenza che, insieme, possono rappresentare contributi determinanti nella lotta alla sepsi, la causa di morte più prevenibile a livello globale, con almeno 11 milioni di decessi.

 

Roma – 13 settembre 2022

 

Le sepsi sono infezioni del sangue gravi associate a una percentuale di mortalità che può raggiungere il 40% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva e sono responsabili di oltre 150mila morti ogni anno in Europa.

 

La sepsi è causata da una risposta sregolata a un’infezione da parte del sistema immunitario; tale risposta, invece di reagire contro i microorganismi invasori, attacca l’organismo stesso, danneggiando anche organi e tessuti che non sono sede dell’infezione primaria.

 

La Sepsi uccide quattro volte più del tumore del colon, cinque volte più dell’ictus e dieci volte più dell’infarto cardiaco. La sua mortalità può raggiungere il 70%, e la sua incidenza è in continuo aumento. Se non letale può lasciare danni, postumi fisici e psicologici a lungo termine, che necessitano di trattamenti cronici. Da 47 milioni a 50 milioni di persone ogni anno sviluppano la sepsi e di queste vi sono almeno 11 milioni di decessi. agnostica e ricerca. 

 

«La sepsi è una condizione clinica più frequente di quanto non si pensi, di complessa gestione e tempo-dipendente: rappresenta quindi un’emergenza. La sua incidenza è a tutt’oggi in continuo aumento–ha affermato il Professore Antonio Giarratano, Presidente di SIAARTI, Società Italiana di AnestesiaAnalgesia Rianimazione e Terapia Intensiva -.Occorre dunque implementare le conoscenze sulla gestione del paziente partendo proprio dal territorio e dai reparti ospedalieri, formando sia la popolazione sia gli operatori sanitari, prevedendo un aggiornamento specifico sulle nuove tecnologie oltre che sulle best practices. Tale sforzo richiede che la politica, i cittadini e le stesse aziende private supportino con le proprie competenze e per le proprie possibilità tale percorso»

 

Comunicare, Informare, Formare. Sono le tre parole chiave che sono emerse nel corso dei lavori della Tavola Rotonda Istituzionale, sponsorizzata da Becton Dickinson, che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle Società Scientifiche e delle Istituzioni con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di una corretta informazione, aumentando la consapevolezza e la conoscenza che, insieme, possono rappresentare contributi determinanti nella lotta alla sepsi, la causa di morte più prevenibile a livello globale.

 

Con l’obiettivo di dare un ulteriore impulso nel Nostro Paese alla lotta per la prevenzione e il contrasto della sepsi, è stata avviata una nuova campagna divulgativa che ha visto la collaborazione di Società Scientifiche e Istituzioni nella realizzazione del Policy Brief “La Sepsi: quando le infezioni generano un impatto anche sulla medicina sociale” con l’obiettivo di offrire un’istantanea sull’infezione e su quanta strada c’è ancora da percorrere per garantire al cittadino la sicurezza di trovare una risposta concreta ed efficace da parte della sanità.

 

«Gli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione oggi offrono la possibilità di identificare il microrganismo nel più breve tempo possibile e dunque fornire una risposta rapida. Il PNRR giocherà un ruolo fondamentale per implementare la formazione specifica del personale e per la creazione di una vera e propria cultura della sepsi a livello territoriale che coinvolga tutti, a partire dalla popolazione tutta» è quanto sostenuto dalla Prof.ssa Stefania Stefani, Presidente di SIM, Società Italiana di Microbiologia.

 

Con la consapevolezza che la formazione e la sensibilizzazione della cittadinanza sulla sepsi giocano un ruolo di primo piano imprescindibile per le misure di prevenzione da porre in essere, ad accompagnare la campagna divulgativa di Becton Dickinson è stato realizzato un cortometraggio che vuole rappresentare, con poche e semplici immagini, l’importanza del tema e di quanto esso incida, ancora oggi, nella vita di ciascuno di noi.

 

1.  Aumentare la capacità di collaborazione tra professionisti e il loro coinvolgimento nella filiera della salute

 

Secondo la Senatrice Maria Rizzotti del Gruppo Forza Italia, membro della Commissione Igiene e Sanità del Senato «sulle Istituzioni, grava l’onere di raccordare le preziose indicazioni impartite dalle Società Scientifiche e fare in modo che i protocolli vengano implementati e aggiornati, così da garantire un continuo aggiornamento delle procedure e della presa in carico dei pazienti. Controllo, formazione e informazione sono le parole cardini».

 

Per la rapidità di risposta alla sepsi, centrale è anche il ruolo dei laboratori e della microbiologia. Nei pazienti settici, la diagnosi veloce e accurata ha un impatto critico sulla prognosi, poiché l’avvio tempestivo di una terapia antibiotica mirata (entro le 24-48 ore) aumenta significativamente le possibilità di sopravvivenza, oltre a prevenire l’uso indiscriminato di farmaci antinfettivi, riducendo i costi economici e il rischio di sviluppo di resistenze.

 

Proprio sulla rapidità di risposta alla sepsi, per il Professore Pierangelo Clerici, Presidente di AMCLI, Associazione Microbiologi Clinici Italiani «La microbiologia riveste un ruolo fondamentale in tutto il processo di gestione della Sepsi, in particolare per quanto riguarda lo screening dei pazienti, la diagnosi e la terapia antibiotica. Oggi, tra le difficoltà che stiamo riscontrando, c’è quella legata alla carenza del personale e ciò determina un problema strutturale che non ci permette di fornire il servizio al meglio»

 

La prevenzione delle infezioni è fondamentale per limitare il rischio di sepsi, ed è altrettanto fondamentale aumentare la consapevolezza non solo del personale sanitario ma anche della popolazione dato che la gran parte dei casi ha origine comunitaria e può essere intercettata al domicilio dal paziente o al Pronto Soccorso.

 

«La corretta diagnosi della sepsi rappresenta una vera urgenza-emergenza nei laboratori –ha dichiarato la Professoressa Daniela Pasero, Responsabile della Sezione “Infezione e Sepsi” del Board di SIAARTI –Una diagnostica rapida dipende anche da una efficiente organizzazione del percorso terapeutico: ciascuna azienda ospedaliera deve avere un percorso strutturato e ben definito, con protocolli aggiornati e personale formato».

 

2.  Sensibilizzazione sul problema della sepsi

Per ridurre e prevenire le morti causate da sepsi è di fondamentale importanza una definizione chiara e condivisa, che faciliti il confronto a livello nazionale e internazionale e una rapida individuazione e gestione da parte della popolazione.

 

«Occorre far comprendere alla popolazione perché è importante una corretta informazione delle sepsi. Molto stesso siamo proprio noi i primi attori di una diagnosi precoce», è quanto affermato dal Professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore PierLuigi Spada.

 

Della stessa opinione è anche la Professoressa Gianpaola Monti, Responsabile della Comunicazione di SIAARTI «Bisogna creare una rete di informazione e sensibilizzazione per la popolazione. Se il singolo cittadino è in grado di riconoscere i primi sintomi di sepsi, sicuramente agevolerà il lavoro degli operatori sanitari all’interno dell’ospedale aumentando significativamente anche le chance di guarigione».

 

Il Professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Stefano Vella, ha invece posto l’attenzione sul ruolo della cittadinanza come primo caregiver «Il contributo che può dare ogni singolo cittadino, considerato il primo caregiver, specialmente in termini di prevenzione, può rivelarsi fondamentale nella gestione tempestiva delle infezioni ospedaliere. Un caregiver formato è importante per la prevenzione ma anche come contributo a una diagnosi precoce di un paziente con una infezione che sta purtroppo virando verso una sepsi.».

 

La prevenzione delle malattie infettive, delle ICA e dell’Antimicrobico di resistenza (Amr) sono stati inseriti inoltre tra gli ambiti di intervento prioritari del macro-obiettivo 6 (Malattie infettive prioritarie) del Piano nazionale della prevenzione (Pnp) 2020-2025. Inoltre, lo stesso PNRR prevede anche uno stanziamento straordinario sulla formazione degli operatori sanitari in materia di Infezioni Ospedaliere.

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’opportunità fondamentale per il nostro Paese, ma presenta qualche criticità che occorre superare. Ne è convinta l’Onorevole Fabiola Bologna del Gruppo Italia al Centro –Noi Moderati e Segretario della Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera «Una delle criticità per la realizzazione del PNRR risiede nella carenza del personale sanitario. Se da una parte sono presenti fondi in grado di colmare parte delle carenze strumentali e strutturali della Sanità territoriale, dall’altra non è stato riscontrato il giusto contrappeso riguardo il personale. Occorrerà dunque pensare a nuovi fondi complementari per superare la carenza del personale e formare adeguatamente ciascun operatore sanitario per garantire l’efficienza del SSN».

 

Tema, quello della carenza del personale sanitario, su cui concorda anche la Senatrice Elisa Pirro del Gruppo del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Igiene e Sanità del Senato «In questi anni, l’impegno assunto dalla la politica è stato quello di cercare di superare alcuni ”limiti“ strutturali della sanità. Si pensi, ad esempio, al tetto delle assunzioni sanitarie. Sappiamo che c’è ancora molto da fare, ma fondamentale la voce delle Società Scientifiche per un supporto concreto al lavoro del decisore politico».

 

 

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FAD Patogeni Enterici

 

FAD di MZ Events – L’approccio molecolare nella diagnostica dei patogeni enterici

Obiettivi
Le metodiche diagnostiche basate su biologia molecolare, che nel contesto della pandemia di SARS CoV-2 hanno avuto sempre maggiore applicazione e rilevanza nel laboratorio di microbiologia, come possono integrarsi al meglio anche nel percorso diagnostico delle gastroenteriti infettive? Qual è il loro ruolo per migliorare l’operatività in laboratorio e massimizzare l’appropriatezza nella gestione del paziente da parte del clinico.

Queste sono alcune delle domande a cui questa FAD Asincrona cercherà di dare risposte o comunque di trovare spunti di riflessione per portare ad un miglioramento dei percorsi diagnostici che riguardano l’ambito delle gastroenteriti infettive, alla luce delle esperienze dei relatori, nuove evidenze cliniche e gli avanzamenti tecnologici.

 

A chi è rivolta
Categorie Professionali: Biologo,Medico chirurgo,Tecnico sanitario laboratorio biomedico
Discipline: Biochimica clinica,Biologia molecolare,Biologo,Chimica analitica,Gastroenterologia,Microbiologia e virologia,Patologia clinica (laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologia),Tecnico sanitario laboratorio biomedico

 

Programma del corso
1. Introduzione Ruolo della metodica molecolare per la rilevazione dei patogeni Enterici batterici – Stefano Andreoni
2. Ruolo della metodica molecolare per la rilevazione dei parassiti – Valeria Besutti
3. Ruolo della diagnostica molecolare per la sorveglianza di C.diff – Nicola Petrosillo
4. Discussione

 

 

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BIOMARKERS STABILIZZATI DALL’IDENTIFICAZIONE ALLA DIAGNOSTICA

Biomarkers stabilizzati dall’identificazione alla diagnostica

Da oltre 70 anni, BD produce soluzioni per la raccolta di campioni di sangue destinati sia agli esami di laboratorio di routine che alla ricerca clinica, per applicazioni in biologia molecolare, cellulare e proteomica. 

L’appropriata raccolta dei campioni rappresenta il primo cruciale passo per ottenere risultati accurati nei test e per sviluppare nuove terapie di successo. 

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SIMPIOS

 

10° Congresso Nazionale SIMPIOS

Il Congresso dal titolo “Prevenzione e controllo delle ICA e degli MDRO: è ora di cambiare!” si terrà ad Ancona dal 26 al 28 settembre 2022. Si affronterà il tema del controllo e della prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA/IOS) seguendo il tema delle componenti di base applicabili e ripetibili.

COVID-19 ha dimostrato come non fossimo attenti all’applicazione delle precauzioni standard/universali. Le precauzioni universali sono state introdotte nel 1985 dai CDC in conseguenza alla pandemia di HIV. Già da allora era indicato indossare la mascherina in caso di pazienti con sospetta infezione respiratoria. Quanto fosse vero lo abbiamo capito oggi dato che indossando la mascherina abbiamo bloccato la circolazione dell’influenza.

Ancora oggi, però, dopo due anni di pandemia di COVID-19, l’igiene delle mani non incontra ancora la piena adesione degli operatori e gli interventi di prevenzione e controllo dei microrganismi multi-farmaco resistenti (MDRO) in Italia rimangono insufficienti. Nonostante il rapporto degli ECDC dopo la loro visita del 2017, non sono molte le strutture che hanno attivato sistemi di prevenzione e controllo.

Il controllo della diffusione dei MDRO e l’applicazione delle misure di prevenzione delle ICA sono possibili, oltre che necessari e non rinviabili e l’esperienza di COVID-19 ha richiesto lo sviluppo di procedure, tecnologie e approcci innovativi che possono essere applicati anche alla prevenzione e controllo delle infezioni (PCI).

È necessaria un’evoluzione culturale e di sistema favorita anche dall’applicazione delle tecnologie digitali e la creazione di reti collaborative sia a livello locale che regionale e nazionale. Scopo del Congresso è quello di promuovere un confronto sulle priorità, sui limiti, sulle risorse necessarie e sui fattori che possono favorire il cambiamento condividendo nuove proposte di intervento pratiche, applicabili e replicabili.

 

A chi è rivolto il Congresso

Il Congresso intende offrire un’eccellente esperienza formativa per tutte le figure professionali e specialistiche a vario titolo coinvolte nel controllo delle infezioni in un’ottica multidisciplinare.

Le professioni per cui sarà accreditato l’evento (ECM) sono le seguenti: assistente sanitario; biologo; chimico; farmacista; infermiere; medico chirurgo; tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro; tecnico sanitario di laboratorio biomedico.

 

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SIM

 

50° Congresso Nazionale SIM – Società Italiana di Microbiologia

L’annuale Congresso Nazionale della Società Italiana di Microbiologia (SIM) si terrà a Napoli dal 18 al 21 settembre 2022, presso l’Hotel Royal Continental e oltre a rappresentare un rientro in presenza dopo due edizioni virtuali, celebrerà i 50 anni della sua storia.

 

Questa importante edizione coinvolgerà professionisti nell’ambito della Microbiologia italiana e rappresenta un’importante opportunità d’incontro e di aggiornamento sulle innovazioni e sui progressi che vedono coinvolte le nostre discipline e quelle a noi più affini. 4 giornate di full immersion e di incontri con massimi esponenti: il Congresso Nazionale 2022 sarà l’occasione per incontrarsi e potersi confrontare sui vari argomenti legati alla microbiologia.

 

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GISCI

 

Convegno Nazionale GISCi 2022

Il Convegno si terrà dal 27 al 28 ottobre 2022 presso l’Aula Magna – Polo Zanotto dell’Università degli Studi di Verona. Il Gruppo Italiano Screening del Cervicocarcinoma (GISCi) è una associazione senza scopi di lucro che promuove la diffusione e miglioramento della qualità nell’attività di screening organizzato del “carcinoma della cervice uterina”.

 

Obiettivi principali del GISCi sono: promuovere i contatti tra i programmi di screening esistenti in Italia; favorire il confronto multidisciplinare tra i vari professionisti ed operatori coinvolti nel percorso di screening; promuovere la qualità dei programmi nonché sostenere e stimolare l’innovazione e la ricerca nel settore. Punto saliente per la valutazione del raggiungimento di tali obiettivi è il Convegno Nazionale annuale: sarà un’occasione di confronto per quanti coinvolti nei programmi di screening organizzato nel verificare i risultati raggiunti, i programmi di recupero dopo il rallentamento dell’attività legato alla pandemia COVID, il grado di implementazione nell’attuazione del Programma Nazionale di Prevenzione per quanto attiene, nello specifico, l’attività dell’Associazione.

 

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INNOVATION DAY LA SERIE

Innovation Day 2022 – La Serie

Innovation Day sono gli eventi BD dedicati all’Innovazione in ambito Sanitario. Nelle due edizioni 2022 del 27 maggio a Roma e dell’8 giugno a Milano dal titolo “PNRR: un’opportunità per il nostro futuro”, gli oltre 150 partecipanti hanno avuto modo di ascoltare le relazioni di un pool di esperti eterogeneo proveniente dal mondo accademico, sanitario e del consulting sui temi e le progettualità della Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). 

 

Guarda a seguire le puntate dell’evento: ogni 2 settimane ne pubblicheremo una nuova! 

 

Prima puntata

Prima puntata

L’efficientamento dei processi come driver per la creazione di Valore Pubblico

Prof. Angelo Rosa – Docente di Lean Organization – Docente di Strategia & Organizzazione delle PA – Direttore Laboratorio Lean & Value Based Management – Università LUM – Bari

In questa puntata il Prof. Angelo Rosa, esamina gli stanziamenti destinati al Sistema Sanitario Nazionale derivanti dal PNRR spiegandone le cause e gli obiettivi: snellimento, semplificazione, standardizzazione, riorganizzazione sono alcuni dei concetti chiave di questa trasformazione nella sanità che passa dal Lean Management.

Seconda puntata

Seconda puntata

Esperienza di una soluzione integrata per il laboratorio di microbiologia. La digitalizzazione a servizio del paziente

Prof.ssa Antonella Mencacci – Professore ordinario di Microbiologia e Microbiologa Clinica all’Università di Perugia e Direttore della S.C. di Microbiologia dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

Partendo da un’analisi evolutiva della Microbiologia Clinica, la Prof.ssa Mencacci presenta i risultati ottenuti a seguito della digitalizzazione del laboratorio: automazione e informatizzazione hanno permesso una rivoluzione culturale e una risposta più efficiente ed efficace verso il paziente.

Terza puntata

Terza puntata

Dalla teoria del Value-Based Healthcare alle sfide per la sua implementazione

Prof.ssa Rossella Onofrio – Expert & Project Manager – MIP – Milano

Aumentare il Valore per i pazienti è, secondo anche gli studi di Porter, il focus principale che deve perseguire oggi la sanità. Ma che cos’è nell’effettivo questo Valore? E come si misura e si incrementa? Scoprilo attraverso la relazione della Prof.ssa Rossella Onofrio.

Quarta puntata

Quarta puntata

Tracciabilità e gestione della qualità in un’esperienza di decentralizzazione dei punti prelievo sul territorio

Dott.ssa Elisa Piva – Dirigente medico – DIDAS Servizi di Diagnostica Integrata – UO Medicina di Laboratorio, Azienda Ospedale-Università Padova

Durante l’evento, La Dott.ssa Elisa Piva riporta il caso virtuoso dell’ Azienda Ospedaliera Università di Padova nell’implementazione del Total Testing Process (TTP), grazie all’utilizzo di nuove tecnologie che permettono di migliorare il processo preanalitico e le performance, riducendo i tempi di attesa e gli errori legati alla manualità, a garanzia di una maggior sicurezza per il paziente e una miglior percezione della qualità del servizio erogato.

Quinta puntata

Quinta puntata

Le fasi progettuali e di gestione della Missione 6

Dott. Nicola Capurso – Professionista Esperto PNRR Dipartimento della Funzione Pubblica, Regione Puglia

Partendo da una sintesi delle principali caratteristiche del Recovery Plan, il Dott. Nicola Capurso presenta e analizza il flusso completo degli avvisi comunitari e dei bandi ministeriali, con lo scopo di supportare e guidare le strutture sanitarie che vogliono partecipare alle progettualità del PNRR.

Sesta puntata

Sesta puntata

La Tavola Rotonda di Innovation Day

Dott. Massimo Clementi – Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, in rappresentanza della Società Scientifica SIM; Dott. Giuseppe Giuliani – Direttore di Struttura Complessa del Servizio di Medicina di Laboratorio dell’ASST-Rhodense, Presidente MD SIPMeL Lombardia; Prof. Pierangelo Clerici – Direttore U.O. Microbiologia A.S.S.T Ovest Milanese, Presidente di AMCLI; Dott. Tommaso Trenti – Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio e Anatomia Patologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria e Azienda USL di Modena, Presidente della Società Scientifica SIBioC; Prof.ssa Rossella Onofrio – Expert & Project Manager, MIP Milano; Dott. Nicola Capurso – Professionista Esperto PNRR Dipartimento della Funzione Pubblica, Regione Puglia; Prof. Angelo Rosa – Docente di Lean Organization, Strategia & Organizzazione delle PA, Direttore Laboratorio Lean & Value Based Management, Università LUM Bari.

 

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