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AMCLI 2024 – Workshop BD “Misurarsi per migliorare la preanalitica delle emocolture”

 

 

 

AMCLI 2024 – Workshop BD “MISURARSI PER MIGLIORARE LA PREANALITICA DELLE EMOCOLTURE”

 

La fase preanalitica nella raccolta delle emocolture riveste un’importanza fondamentale per garantire risultati affidabili e di qualità. Durante questa fase, devono essere adottate una serie di buone pratiche che consentano di minimizzare possibili errori e contaminazioni.

È essenziale seguire rigorosamente le procedure di prelievo emocolturale, che includono la corretta disinfezione della cute, il prelievo di un corretto numero di set di flaconi, riempiti nel modo corretto. Queste pratiche aumentano la possibilità di avere risultati di qualità per migliorare l’outcome clinico dell’interno percorso.

Inoltre, è importante monitorare attentamente i dati relativi alla raccolta delle emocolture al fine di valutare la conformità alle buone pratiche. Il monitoraggio dei dati consente di identificare eventuali anomalie o errori nella fase preanalitica e di adottare le misure correttive necessarie. In questo modo, si garantisce la qualità e l’affidabilità dei risultati delle emocolture, contribuendo alla sicurezza dei pazienti e al controllo delle infezioni ospedaliere.

 

Workshop BD

Il 9 Marzo dalle 16:30 alle 18:00, in occasione del 51° Congresso Nazionale AMCLI, terremo il workshop dal titolo “Misurarsi per migliorare la preanalitica delle emocolture” con l’obiettivo di trattare questo argomento di cruciale importanza per l’intero percorso diagnostico delle emocolture. Inoltre, presenteremo DREAM BSI (BloodStream Infections), il servizio BD che offre supporto agli ospedali nella lotta alle infezioni del torrente circolatorio attraverso un monitoraggio continuo dei KPI dell’intero percorso diagnostico delle emocolture e della Sepsi con lo scopo di ridurre gli errori nella fase preanalitica.

 

 

Dettagli

Moderatore
Pierangelo Clerici

 

Interverranno

Monitoraggio nella fase preanalitica delle emocolture: contesto e razionale del Progetto DREAM BSI
Fabio Arena

 

Presentazione dei dati preliminari del progetto DREAM BSI ed una sua applicazione: ‘’misurarsi per migliorarsi’’
Fabio Arena, Antonella Mencacci

 

Il punto di vista del clinico: quale impatto sul paziente e come misurarlo
Gianpaola Monti

 

Tavola Rotonda
Moderatori Pierangelo Clerici, Gianpaola Monti

 

 

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Norma ISO 15189 – Focus sulla qualità delle prestazioni di laboratorio

 

Norma ISO 15189 – Focus sulla qualità delle prestazioni di laboratorio

La norma ISO 15189 rappresenta un importante riferimento per il riconoscimento della competenza, ma l’obiettivo primario dell’accreditamento è il miglioramento degli outcome clinici e l’accrescimento del servizio erogato dai laboratori medici. Nel dicembre 2022 è stata pubblicata la quarta edizione della norma ISO 15189Medical laboratories – Requirements for quality and competence”, che annulla e sostituisce quella precedente del 2012.

 

La norma mira ad aumentare la qualità dei risultati rilasciati, ad assicurare la validità dei risultati ottenuti e ad evitare il rilascio di risultati di test errati. La nuova norma ISO 15189 si focalizza maggiormente sui rischi e sul benessere del paziente, e incentra i requisiti su aspetti strategici come il benessere dei pazienti e la soddisfazione degli utenti del servizio. Inoltre, è applicabile non solo ai laboratori medici, ma anche alle analisi decentrate (POCT Point-Of-Care-Testing). L’inclusione dei POCT pone questa opzione di analisi sullo stesso piano dei laboratori medici, grazie ai requisiti di qualità molto più stringenti rispetto al passato. Pertanto, la nuova 15189 incorpora i requisiti della norma relativa ai POCT ISO 22870:2016 che non sarà più applicata.

 

 

La norma ISO 15189 in Europa

L’accreditamento dei laboratori medici basato sui requisiti della norma ISO 15189 è oggi diffuso in Europa e nel mondo, sia in termini di accreditamento volontario che come requisito cogente in diversi Paesi europei come Regno Unito, Francia, Belgio, Olanda, Germania e Irlanda. La nuova regolamentazione, inoltre, è stata dichiarata “preferred standard” il 23 novembre 2022 a Bruxelles, dall’Assemblea Generale di EA (European co-operation for Accreditation).

 

 

La situazione in Italia

Al momento, nel nostro Paese solo alcune decine di laboratori sono accreditate in conformità con la ISO 15189:2012, ma il numero è destinato ad aumentare, proprio per la necessità di incontrare gli standard richiesti a livello europeo.

 

Infatti, nonostante tale accreditamento non sia obbligatorio, molte realtà della sanità pubblica stanno facendo il percorso di accreditamento, tra cui l’IRCSS, Centro di riferimento oncologico-Dipartimento della Ricerca e della Diagnostica avanzata dei tumori di Aviano, (Pordenone) e l’Unità Operativa Complessa Oncoemoatologia Pediatrica (UOC) dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova¹.

 

La Provincia Autonoma di Trento è ancora più avanti, infatti, nella Delibera 1020 del 23 giugno 2017 ha stabilito che l’autorizzazione è un prerequisito obbligatorio per ottenere e mantenere l’accreditamento istituzionale rilasciato dall’Autorità competente (la Provincia).

 

 

Tempistiche previste per l’accreditamento

ILAC (International Laboratory Accreditation) e EA hanno previsto un periodo di tre anni per la transizione degli accreditamenti dei laboratori già accreditati 15189:2012 che dovranno essere conformi alla ISO 15189:2022 dal 7 dicembre 2025.

 

 

Le novità

L’obiettivo di questa rinnovata versione è sottolineare l’importanza di alcuni requisiti relativi ad aspetti strategici per l’attività di laboratorio come garantire una pratica clinica di qualità, con risultati trasparenti e affidabili, in cui al centro ci sono il benessere e la sicurezza degli utenti, oltre alla soddisfazione delle esigenze del settore diagnostico. I capitoli standard sono stati ristrutturati e le sezioni presenti nella versione precedente sono stati completamente revisionati.

 

Sono state consolidate e ampliate le definizioni dei termini al fine di minimizzare le interpretazioni scorrette, anche nell’ottica di una maggiore multidisciplinarietà degli argomenti che riflette le esigenze e le caratteristiche dei laboratori medici di oggi. Le principali novità che possiamo ritrovare nella nuova norma e riguardano globalmente la gestione della qualità del personale, delle attrezzature e dei processi in tutte le fasi dell’analisi. Inoltre, al controllo di qualità interno, la nuova versione affianca una sezione relativa controllo di qualità esterno ancora più ampia.

 

 

 

Tracciabilità dei campioni e dei processi

Ad oggi un requisito fondamentale per i laboratori è la possibilità di risalire ai dati relativi a tutte le fasi del processo che è stato condotto con il minimo margine di errore. Per raggiungere tale obiettivo è necessario dotarsi di strumenti aggiornati e validati che permettano di mantenere le registrazioni complete e accurate di tutti i dati del percorso diagnostico.

Nella sezione 6.5 “Equipment calibration and metrological traceability” viene sottolineato che il laboratorio deve specificare i requisiti di calibrazione e di tracciabilità in modo che siano sufficienti a mantenere una comunicazione coerente dei risultati degli esami. Per i metodi quantitativi di un analita misurato, le specifiche devono includere requisiti di calibrazione e di tracciabilità metrologica.
I metodi qualitativi e i metodi quantitativi che misurano le caratteristiche e gli analiti discreti determinano la caratteristica da valutare e i requisiti necessari per la riproducibilità nel tempo.

 

Tracciabilità metrologica dei risultati di misura

a) Il laboratorio deve stabilire e mantenere la tracciabilità metrologica dei suoi risultati di misura mediante una catena documentata ininterrotta di calibrazioni, ciascuna delle quali contribuisce all’incertezza di misura, collegandola a un riferimento appropriato;

b) il laboratorio deve garantire che i risultati delle misurazioni siano riconducibili al massimo livello possibile di tracciabilità e al sistema internazionale di unità (SI) mediante:

– taratura effettuata da un laboratorio competente; oppure
– valori certificati dei materiali di riferimento forniti da un produttore competente con comprovata tracciabilità metrologica al SI;

c) qualora non sia possibile fornire la tracciabilità secondo 6.5.3 si applicano altri mezzi per garantire la fiducia nei risultati, tra cui, a titolo esemplificativo, i seguenti: risultati di procedure di misurazione di riferimento, metodi specifici o standard consensuali, chiaramente descritti e accettati come idonei all’uso previsto e garantiti da un confronto adeguato; misurazione del calibratore con un’altra procedura;

d) per gli esami genetici occorre stabilire la tracciabilità delle sequenze genetiche di riferimento.

e) per i metodi qualitativi, la tracciabilità può essere dimostrata mediante prove su materiali noti o su campioni precedenti sufficienti a dimostrare un’identificazione coerente e, nel caso, l’intensità della reazione.

 

 

Nella sezione “7.2.3 “Requests for providing laboratory examinations” (capitolo 7 “Process requirements”), sono compresi i criteri per le richieste di analisi di laboratorio, e anche qui la tracciabilità assume una maggiore importanza.

La richiesta d’esame deve fornire informazioni sufficienti a garantire:
– tracciabilità inequivocabile del paziente alla richiesta e al campione;
– identità e informazioni di contatto del richiedente;
– identificazione del l’esame(i) richiesto;
– possono essere fornite consulenze cliniche e tecniche informate e interpretazione clinica.

 

Le informazioni richieste per l’esame possono essere fornite in un formato o su un supporto ritenuto appropriato dal laboratorio e accettabile per l’utilizzatore.
Se necessario per la cura del paziente, il laboratorio comunica con gli utilizzatori o i loro rappresentanti per chiarire la richiesta dell’utilizzatore.

 

Anche la sezione 7.4.1.8 (capitolo 7 “Process requirements”) enfatizza l’importanza della tracciabilità delle eventuali modifiche ai risultati (amendments).

 

Modifiche ai risultati comunicati
Le procedure per il rilascio di risultati modificati o riveduti garantiscono che:

a) il motivo della modifica è registrato e incluso nella relazione riveduta, se del caso.

b) I risultati riveduti sono forniti solo sotto forma di un documento o di un trasferimento di dati supplementari, chiaramente identificati come riveduti, e sono indicati la data e l’identità del paziente nella relazione originale.

c) L’utente è informato della revisione.

d) Quando è necessario emettere una relazione completamente nuova, questa deve essere identificata in modo univoco e contenere un riferimento e una tracciabilità alla relazione originale che sostituisce.

e) Quando il sistema di segnalazione non è in grado di rilevare le revisioni, deve essere tenuto un registro di tali revisioni.

 

 

La fase preanalitica

Le norme indicate nelle standard ISO 15189:2022 sono focalizzate in modo preponderante sulla fase preanalitica. Le parti aggiornate relative alla fase preanalitica sono incluse nel paragrafo 7.2.4 “Primary sample collection and handling” (capitolo 7 “Process requirements”), di cui riportiamo un sunto delle parti che introducono le maggiori novità.

 

Il laboratorio deve avere delle procedure per la raccolta e la manipolazione dei campioni. Le informazioni dovranno essere disponibili per il personale responsabile della raccolta. Ogni deviazione dalla procedura prestabilita per la raccolta dovrà essere registrata. Il rischio potenziale e l’impatto sull’outcome del paziente di accettazione o rigetto del campione deve essere valutata, registrata e comunicata al personale dedicato.

 

Il laboratorio deve periodicamente revisionare i requisiti per il volume del campione, i device per la raccolta e i conservanti per ogni tipo di campione, se pertinente, per assicurare che non venga mai raccolto una quantità eccessiva o insufficiente di campione o che il campione sia raccolto in modo corretto in modo da preservare l’analita.

 

Il laboratorio deve fornire informazioni e istruzioni relative alle attività di pre-raccolta con dettaglio sufficiente al fine di assicurare che l’integrità del campione non sia compromessa.
Queste informazioni devono includere:

a) preparazione del paziente (ad es. istruzioni al caregiver, per l’operatore che raccoglie il campione e per il paziente);

b) tipo e quantità di campione primario che deve essere raccolto con descrizione del contenitore e di ogni additivo necessario e l’ordine corretto di raccolta dei campioni;

c) tempistica particolare di raccolta del campione, quando rilevante;

d) fornire informazioni cliniche rilevanti che possano impattare sulla raccolta del campione, o rilevanti per l’analisi o per l’interpretazione del risultato (ad es storia di somministrazione dei farmaci);

e) etichettatura del campione per un’identificazione inequivocabile del paziente e della fonte e del sito di raccolta, ed etichettatura dei diversi campioni provenienti dallo stesso paziente che dovranno essere raccolti, compresi slides o parti di tessuti diversi;

f) i criteri di laboratorio per l’accettazione o il rigetto del campione specifici per l’analisi richiesta.

 

 

Per garantire la sicurezza, l’accuratezza e l’appropriatezza clinica della raccolta del campione e della conservazione nella fase di pre-analisi il laboratorio deve fornire le istruzioni per:

a) la verifica dell’identità del paziente da cui è stato raccolto il campione primario;

b) la verifica e quando rilevante, la registrazione che il paziente incontra i requisiti per la fase preanalitica (status clinico come digiuno, tempo l’ultima dose di un farmaco, interruzione di una terapia; raccolta del campione in un determinato momento o intervallo di tempo);

c) raccolta dei campioni primari, con descrizione dei contenitori e di ogni additivo necessario, dell’ordine della raccolta dei campioni quando rilevante;

d) etichettatura dei campioni primari in modo da collegare in maniera inequivocabile il campione al paziente da cui sono stati raccolti;

e) registrazione dell’identità della persona che raccoglie il campione primario, data di raccolta e quando rilevante, registrazione dell’ora di raccolta;

f) requisiti per la separazione e la suddivisione del campione primario quando necessaria;

g) stabilizzazione e condizioni di conservazione adeguati prima che i campioni raccolti siano inviati al laboratorio;

h) smaltimento in sicurezza dei materiali utilizzati nel processo di raccolta.

 

 

A queste indicazioni si aggiungono indicazioni sul trasporto del campione e sulla sua ricezione in ottica di mantenimento dell’integrità e della bontà del campione e sulla gestione del rischio preanalitico sempre relativamente al campione raccolto.

 

Eccezioni all’accettabilità del campione:

a) il laboratorio deve disporre di un processo che consideri il miglior interesse del paziente nel ricevere le cure quando il campione è compromesso a causa di:
– Identificazione non corretta del paziente
– Instabilità del campione dovuta ad esempio ad un ritardo nel trasposto.
– Conservazione non corretta o temperatura scorretta durante il maneggiamento
– Contenitore non appropriato
– Volume di campione insufficiente.

b) Quando un campione clinicamente critico o insostituibile compromesso è accettato, dopo aver considerato il rischio per la sicurezza del paziente, la relazione finale indica la natura del problema e, se del caso, consiglia cautela nell’interpretare i risultati che possono essere interessati.

 

 

 

Trasparenza dei risultati

Le nuove raccomandazioni richiedono la produzione di documentazione ancora più rigorosa e completa, rispetto al passato, relativa ai processi e alle procedure. L’adeguamento della documentazione già in essere può essere un compito impegnativo per i laboratori e dotarsi di strumenti che possano facilitare e velocizzare tale processo è di grande supporto. Nella sezione 7.6 “Control of data and information management” troviamo i criteri per il controllo dei dati e gestione delle informazioni e del sistema informativo.

 

• Il laboratorio ha accesso ai dati e alle informazioni necessari per svolgere le attività di laboratorio
• Il laboratorio garantisce che siano specificate le autorità e le responsabilità per la gestione dei sistemi informativi, comprese la manutenzione e la modifica dei sistemi informativi che possono influire sulla cura dei pazienti.
• Il laboratorio è in ultima analisi responsabile dei sistemi informativi di laboratorio.

 

Il sistema (i sistemi) informativo utilizzato per la raccolta, l’elaborazione, la registrazione, la comunicazione, l’archiviazione o il recupero dei dati e delle informazioni d’esame è:

a) convalidato dal fornitore e verificato dal laboratorio relativamente alla funzionalità prima dell’introduzione. Qualsiasi modifica al sistema, compresa la configurazione del software di laboratorio o le modifiche al software commerciale, deve essere autorizzata, documentata e convalidata prima dell’implementazione;

b) documentato: la documentazione deve essere prontamente disponibile per gli utenti autorizzati, anche per il funzionamento quotidiano del sistema;

c) attuato tenendo conto della sicurezza informatica, per proteggere il sistema da accessi non autorizzati e proteggere i dati da manomissioni o perdite;

d) in un ambiente conforme alle specifiche del fornitore o, nel caso di sistemi non computerizzati, in condizioni che salvaguardino l’accuratezza della registrazione e delle trascrizioni manuali;

e) mantenuto in modo da garantire l’integrità dei dati e delle informazioni e che possa includere la registrazione dei guasti del sistema e le opportune azioni immediate e correttive.

 

Infine, i calcoli e i trasferimenti di dati devono essere verificati in modo appropriato e sistematico. Becton Dickinson grazie alla divisione BD Integrated Diagnostic Solution, offre soluzioni innovative, strumenti digitali e di automazione dei processi, che consentono una ottimale tracciabilità del campione e dei dati, consentendo la riduzione delle variabili preanalitiche che possono influenzare la raccolta del campione e del dato. Tali strumenti permettono la tracciabilità anche di eventi, materiali, operatori e prestazioni in questa delicata fase del processo, permettendo un controllo completo e la riduzione degli errori.

 

 

Competenza del personale

Come evidenziato dalla norma ISO 15189, i corsi di formazione sono un aspetto cruciale in quanto consentono di assicurare la presenza di personale sempre ben addestrato e aggiornato. Le richieste attuali in tema di formazione sono più stringenti rispetto al passato e viene richiesto la tracciabilità dei percorsi formativi. Ciò permette di verificare e monitorare la formazione del personale in modo costante e quindi di mantenere un’elevata qualità nelle fasi processuali dipendenti dall’operatore. L’investimento da parte dei laboratori nella formazione del personale è quindi un passo fondamentale per l’accreditamento ma può anche rappresentare una difficoltà, soprattutto in presenza di personale numeroso.

 

L’esperto responsabile della qualità riconoscerà i parallelismi con la norma ISO 9001:2015. La norma rivista richiede che un laboratorio di prova accreditato risponda in modo continuo e dimostrabile ai requisiti delle parti interessate. Oltre ai pazienti e alle strutture sanitarie, le parti interessate includono il pubblico, i legislatori e altre parti interessate che ogni laboratorio di test deve identificare da solo.

 

La sezione 6.2 “Personnel” è incentrata sui requisiti di competenza e sulle esigenze di formazione continua e sviluppo professionale:

a) il laboratorio specifica i requisiti di competenza per ciascuna funzione che influiscono sui risultati delle attività di laboratorio, compresi i requisiti in materia di istruzione, qualificazione, formazione, riqualificazione, conoscenze tecniche, competenze ed esperienza;

b) il laboratorio garantisce che tutto il personale abbia la competenza per svolgere le attività di laboratorio di cui è responsabile;

c) il laboratorio deve disporre di un processo per la gestione della competenza del proprio personale, che comprenda requisiti per la frequenza della valutazione delle competenze;

d) il laboratorio deve disporre di informazioni documentate che dimostrino la competenza del proprio personale.

 

Il personale che partecipa ai processi manageriali e tecnici dispone di un programma di formazione continua. Tutto il personale partecipa alla formazione continua e al regolare sviluppo professionale o ad altre attività di collegamento professionale. L’adeguatezza dei programmi e delle attività è riesaminata periodicamente.

 

La norma sottolinea la necessità di includere le informazioni che riguardano la selezione, la supervisione e il monitoraggio continuo. Il laboratorio deve disporre di procedure per:

a) determinare i requisiti di competenza specificati al 6.2.2 a);

b) descrizioni delle posizioni;

c) formazione e riqualificazione;

d) autorizzazione del personale;

e) controllo della competenza del personale

 

BD può rappresentare un valido supporto per i laboratori che non hanno ancora ottimizzato le attività e il tracciamento, grazie ai servizi di formazione, sia in presenza che a distanza, e ai fondamentali servizi di mappatura e monitoraggio di tutte le attività formative intraprese.

 

 

Sicurezza dei dati

L’attuale documento ISO 15189 richiede requisiti ancora più rigorosi per la protezione del dato e per la sicurezza dei sistemi informatici al fine di garantire la sicurezza del dato sensibile sia per i pazienti che per gli operatori. Vediamo le nuove indicazioni nella sezione 8.3 “Control of management system documents”, relativa al controllo dei documenti dei sistemi di gestione.

 

Il laboratorio controlla i documenti (interni ed esterni) relativi all’adempimento del presente documento. Il laboratorio deve assicurare che:

a) i documenti siano identificati in modo univoco;

b) i documenti siano approvati per l’adeguatezza prima del rilascio da personale autorizzato che disponga delle competenze e delle competenze necessarie per determinare l’adeguatezza;

c) i documenti siano periodicamente riesaminati e aggiornati, se necessario;

d) le versioni pertinenti dei documenti applicabili siano disponibili presso i punti di utilizzo e, se necessario, la loro distribuzione sia controllata;

e) siano identificate le modifiche e l’attuale stato di revisione dei documenti;

f) i documenti siano protetti da modifiche non autorizzate e da qualsiasi cancellazione o rimozione.
g) i documenti siano protetti da accessi non autorizzati;

h) sia impedito l’uso involontario di documenti obsoleti e sia applicata un’adeguata identificazione se conservati per qualsiasi scopo;

i) almeno una copia cartacea o elettronica di ciascun documento controllato obsoleto sia conservata per un determinato periodo di tempo o conformemente ai requisiti specifici applicabili.

 

 

Creazione di record

Il laboratorio stabilisce e conserva registrazioni leggibili per dimostrare il rispetto dei requisiti del presente documento. Al momento dell’esecuzione di ciascuna attività che influisce sulla qualità di un’analisi, devono essere creati dei registri.

 

 

Modifica dei registri

Il laboratorio deve garantire che le modifiche apportate alle registrazioni siano riconducibili a versioni precedenti o a osservazioni originali. I dati e gli archivi originali e modificati sono conservati, compresa la data e, se disponibile, l’ora, l’ora della modifica, l’indicazione degli aspetti modificati e il personale che effettua le modifiche.

 

 

Conservazione delle registrazioni

a) Il laboratorio deve applicare le procedure necessarie per l’identificazione, la conservazione, la protezione da accessi e modifiche non autorizzati, il backup, l’archiviazione, il recupero, il tempo di conservazione e lo smaltimento dei suoi registri.
b) Devono essere specificati i tempi di conservazione delle registrazioni.
c) I risultati degli esami riportati devono essere reperibili per tutto il tempo necessario o come richiesto.
d) Tutte le registrazioni devono essere accessibili per l’intero periodo di conservazione, leggibili su qualsiasi supporto in cui il laboratorio conservi le registrazioni e disponibili per la revisione della gestione del laboratorio.

 

Gli strumenti digitali di BD per la raccolta e la conservazione dei dati sensibili permettono di ridurre il rischio di perdita o diffusione del dato. Assicurano l’accessibilità e la leggibilità su diversi supporti.

 

 

Identificazione e controllo delle non conformità

Oggi al laboratorio è richiesta la capacità di identificare e gestire le non conformità mediante una procedura dedicata che esplori tutte le fasi del processo. La procedura deve prevedere azioni immediate da intraprendere in caso di non conformità. I prodotti BD e le eventuali criticità associate vengono gestite da personale dedicato ed esperto di aspetti normativi, sempre pronto a supportare i laboratori in caso di non conformità emergenti.

Nella sezione 8.7 “Nonconformities and corrective actions” vediamo i requisiti per la gestione delle non conformità e le azioni correttive. In caso di non conformità, il laboratorio dovrà:

a) rispondere alla non conformità e nel caso:
1) adottare misure immediate per controllare e correggere la non conformità.
2) affrontare le conseguenze, con particolare attenzione alla sicurezza dei pazienti, compresa l’escalation verso la persona appropriata.

b) Determinare la causa(e) della non conformità.
c) Valutare la necessità di un’azione correttiva per eliminare la causa(e) della non conformità, al fine di ridurre la probabilità che si verifichi ancora o che accada in altri contesti, mediante:
1) revisione e analisi della non conformità.
2) determinazione dell’esistenza o del potenziale verificarsi di simili non conformità.
3) valutazione del rischio(i) potenziale e dell’effetto(i) del ripresentarsi della non conformità.

d) Attuare delle azioni necessarie.
e) Esaminare e valutare l’efficacia delle eventuali azioni correttive adottate.
f) Aggiornare i rischi e le opportunità di miglioramento, se necessario.
g) Effettuare modifiche al sistema di gestione, se necessario.

 

Le azioni correttive sono adeguate agli effetti delle non conformità riscontrate e attenuano la causa(e) individuata.

Il laboratorio conserva le registrazioni come prova di:
a) natura delle non conformità, causa (cause) e delle azioni successive adottate, e
b) valutazione dell’efficacia di qualsiasi azione correttiva.

 

 

Gestione del rischio

Lo standard ISO 15189-2022 introduce norme più restrittive sulla gestione del rischio, che è in linea con i requisiti normativi della norma ISO 22367:2020.

 

La pianificazione, l’attuazione e la dimostrazione dell’efficacia delle misure adottate per attenuare i rischi potenziali hanno lo scopo di ridurre i rischi potenziali per paziente, operatori e terzi. Il tema della gestione dei rischi è essenziale anche per le azioni correttive e preventive.
Il tema della gestione dei rischi e delle opportunità ha una sezione dedicata (8.5), a differenza dello standard precedente in cui tale argomento era trattato in modo più superficiale nella sezione 4.11 “Misure preventive”.

 

Vediamo le novità presenti nella sezione 8.5 “Actions to address risks and opportunities for improvement”. Il laboratorio individua i rischi e le opportunità di miglioramento associati alle attività di laboratorio al fine di:

a) prevenire o ridurre gli impatti indesiderati e i potenziali danni nelle attività di laboratorio.
b) migliorare, agendo sulle opportunità.
c) assicurare che il sistema di gestione raggiunga i risultati previsti.
d) ridurre i rischi per la cura dei pazienti.
e) contribuire al raggiungimento dello scopo e degli obiettivi del laboratorio.

 

Il laboratorio dà la priorità e agisce in base ai rischi individuati. Le misure adottate per affrontare i rischi sono proporzionali al potenziale impatto sui risultati delle analisi di laboratorio, nonché sulla sicurezza dei pazienti e del personale. Registra le decisioni prese e le azioni intraprese in merito ai rischi e alle opportunità. Integra e attua azioni sui rischi individuati e sulle opportunità di miglioramento nel suo sistema di gestione e ne valuta l’efficacia

 

 

Gestione delle emergenze

Nella sezione 7.8 “Continuity and emergency preparedness planning” troviamo le novità relative alla gestione delle emergenze in termini di pianificazione della continuità e preparazione all’emergenza.

 

Il laboratorio garantisce che siano stati identificati i rischi associati a situazioni di emergenza o ad altre condizioni in cui le attività di laboratorio sono limitate o non disponibili e che esista una strategia coordinata che preveda piani, procedure e misure tecniche per consentire il proseguimento delle operazioni dopo un’interruzione.

 

I piani sono sottoposti a prove periodiche e la capacità di risposta prevista è esercitata, ove possibile. Il laboratorio deve:

a) stabilire una risposta pianificata alle situazioni di emergenza, tenendo conto delle esigenze e delle capacità di tutto il personale di laboratorio interessato;
b) fornire informazioni e formazione adeguate al personale di laboratorio interessato;
c) rispondere a situazioni di emergenza reali;
d) adottare misure per prevenire o attenuare le conseguenze di situazioni di emergenza, adeguate all’entità dell’emergenza e al potenziale impatto.

 

Sostenibilità e impatto ambientale dei processi

Il tema della sostenibilità dei processi e l’impatto degli stessi sul nostro ambiente sono requisiti imprescindibili ormai per tutte le realtà aziendali. Anche la norma ISO 15189 sottolinea l’importanza di effettuare una valutazione e del raggiungimento di alcuni standard anche nei processi diagnostici. BD, grazie all’utilizzo di materiali bio-compatibili e processi ecosostenibili , aiuta a ridurre l’impatto del laboratorio e al raggiungimento dei parametri stringenti oggi richiesti.

 

Globalmente, BD rappresenta un valido supporto per i laboratori che intendono allineare i propri standard qualitativi ai requisiti della norma ISO 15189:2022. Grazie ai servizi informatizzati e strumentali, alla formazione di elevata qualità, ai sistemi di tracciabilità e di gestione della qualità, BD può semplificare e velocizzare l’adeguamento dei laboratori di patologia clinica e di microbiologia ai fini dell’accreditamento entro i tempi stabiliti.

 

Tutto ciò, attraverso un’ampia gamma di soluzioni e servizi:
servizi e forniture: fornendo soluzioni per il trattamento e la conservazione dei campioni ematici di qualità;
identificazione e controllo delle non-conformità: attraverso l’ufficio Post Market Quality di BD Italia, con l’ausilio di personale esperto interamente dedicato;
azioni preventive e miglioramento continuo: attraverso servizi di formazione continuativa (es. FAD, piattaforme e.learning ecc.);
istruzioni d’uso: attraverso documentazione e bibliografia;
addestramento e valutazione delle competenze: attraverso l’implementazione di un approccio standardizzato e strutturato (con servizi professionali quali ad es. PAQC, DREAM etc.) BD con la sua divisione Integrated Diagnostic Solution – IDS può supportare nell’individuazione sia delle cause alla base degli errori preanalitici sia delle soluzioni per migliorare il flusso di lavoro e l’efficienza. Quindi pianificare attività di formazione e addestramento adeguati.

 

 

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Referenze

1. Banca Dati Accredia – Sito web https://services.accredia.it/
• Laura Sciacovelli, Ada Aita, Andrea Padoan, Mario Plebani. Gli indicatori di qualità nel processo di armonizzazione in Medicina di Laboratorio. Biochimica Clinica, 2015, 39(6): 601.
• INTERNATIONAL STANDARD ISO 15189 Medical laboratories — Requirements for quality and competence. Fourth edition 2022-12
• Ilinca R, et al. Understanding the key differences between ISO 15189:2022 and ISO 15189:2012 for an improved medical laboratory quality of service. Revista Română de Medicină de Laborator 2023;31(2):77-82
• NATA Specific Accreditation Guidance ISO 15189:2022 Gap analysis March 2023
• Medical laboratories: ISO 15189:2022 – What’s new? (https://www.metecon.de/en/news/iso-15189-2022-was-ist-neu/u/1143/?n=4)
• Shirn A. Changes in the New ISO 15189:2022 December 16, 2022 American National Standard Institute. (https://blog.ansi.org/anab/changes-in-the-new-iso-15189-2022/

 

 

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TechTalk – Il costo della contaminazione delle emocolture

 

Il costo della contaminazione delle emocolture

Le emocolture contaminate (definite come isolamento di un microrganismo introdotto nella coltura durante il prelievo e/o il processamento del campione e che non era presente nel sangue del paziente al momento del prelievo o comunque non implicato nell’infezione in atto³) possono portare a cure non ottimali per il paziente e possono potenzialmente aumentare notevolmente i costi per gli ospedali. Un articolo pubblicato nel 2019 ha analizzato i risultati di studi che si sono concentrati su questo argomento¹.

Le emocolture sono una parte molto importante del percorso diagnostico, in quanto forniscono informazioni critiche sulla presenza di infezioni batteriche o fungine nel flusso sanguigno di un paziente. Tuttavia, le emocolture contaminate possono portare a diagnosi errate, cure inadeguate e costi aggiuntivi¹. In questo articolo, analizzeremo i risultati di studi recenti sul costo della contaminazione delle emocolture e i possibili interventi per ridurre questo rischio.

 

 

Processo di identificazione microbica

Se un’emocoltura risulta positiva, il processo di identificazione microbica del patogeno e il test di sensibilità sono necessari per determinare il trattamento antimicrobico appropriato. Tuttavia, in caso di contaminazione, il vero agente patogeno potrebbe essere erroneamente identificato o addirittura non identificato, portando a una diagnosi errata e ad un trattamento inadeguato.

 

 

Trattamento antimicrobico non necessario

Se un’emocoltura viene classificata come contaminata, il paziente potrebbe continuare a ricevere un trattamento antimicrobico non necessario, aumentando il rischio di resistenza antimicrobica e di eventi avversi da farmaci.

 

 

Durata della degenza del paziente

La durata della degenza dei pazienti con emocolture contaminate è stata riscontrata essere fino a 5 giorni più lunga della durata della degenza dei pazienti con emocolture davvero negative¹. Un altro studio ha riportato un aumento della durata del ricovero causato da emocolture contaminate di 2,35 giorni². Questo aumenta i costi di assistenza sanitaria e riduce la qualità della vita del paziente.

 

 

Costo ospedaliero totale aggiuntivo

L’analisi di tutti i fattori considerati negli studi ha portato a concludere che il costo ospedaliero totale aggiuntivo attribuibile a un’emocoltura contaminata è compreso tra $2.923 e $5.812¹. Considerando solo i costi diretti, quelli attribuibili ai requisiti farmaceutici e microbiologici aggiuntivi associati a un’emocoltura falsa positiva variano da $305 a $1.389¹.

 

 

Conclusioni

Per concludere la contaminazione delle emocolture può portare a costi aggiuntivi e cure inadeguate per i pazienti. La frequenza di contaminazioni delle emocolture non dovrebbe essere superiore al 3%, secondo le raccomandazioni internazionali⁴. L’esecuzione di corrette procedure di antisepsi della cute e di inoculo del campione sono indicate per ridurre il rischio di introdurre nella coltura i più comuni contaminanti³.

I risultati degli studi evidenziati in questo articolo mettono in luce l’importanza di ridurre il rischio di contaminazione attraverso l’adozione di interventi volti a migliorare la qualità dell’assistenza ai pazienti e della gestione delle emocolture. Questi interventi possono includere:

• una maggiore attenzione all’igiene delle mani
• la formazione del personale sanitario sulla raccolta delle emocolture, per esempio su:
• la tempistica del prelievo
• la quantità di sangue prelevata
• il trasporto dei flaconi al laboratorio di Microbiologia³
• l’implementazione di protocolli di prevenzione delle infezioni
• l’uso di tecnologie avanzate per la raccolta e l’analisi delle emocolture¹.

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BD-93128

Referenze
1. Dempsey C, Skoglund E, Muldrew KL, Garey KW. Economic health care costs of blood culture contamination: A systematic review. Am J Infect Control. 2019;47(8):963-967.2.
2. Lalezari A, Cohen MJ, Svinik O, et al. A simplified blood culture sampling protocol for reducing contamination and costs: a randomized controlled trial. Clin Microbiol Infect. 2020;26(4):470-474.
3. CLSI. Principles and procedures for blood cultures; Approved Guidelines. CLSI document M47-A. Wayne, PA: Clinical and Laboratory Standards Institute, 2007.
4. Baron Ej, Miller JM, Weinstein MP et al. A guide to utilization of the microbiology laboratory for diagnosis of infectious diseases: 2013 recommendations by the Infectious Diseases Society of America (IDSA) and the American Society for Microbiology (ASM)(a). Clin Infect Dis 2013;57:e22-2121

 

 

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Webinar – World Sepsis day

 

 

 

World Sepsis day: un percorso di miglioramento continuo sulla diagnosi
e gestione della sepsi e dello shock settico

13 Settembre 2023
13:45 – 16:45
Gratuito (fino a max 1.000 partecipanti)
NO ECM

 

Razionale Scientifico

Il percorso diagnostico terapeutico della sepsi e dello shock settico è caratterizzato da una “filiera” estremamente lunga e articolata, che parte dal sospetto clinico e arriva fino alla misurazione degli outcome e alla loro restituzione e reportistica. Come in tutti i percorsi che insistono su patologie tempo-dipendenti i passaggi devono essere rapidi, standardizzati e coordinati e la collaborazione tra le varie figure professionali massima.

 

Per poter migliorare la qualità del processo e dell’assistenza fornita è importante disporre di indicatori di processo e di outcome che siano facilmente misurabili, comparabili ed esportabili. L’obiettivo dell’evento è quello di fornire ai partecipanti un aggiornamento sugli strumenti disponibili per il monitoraggio della qualità del percorso diagnostico delle infezioni del torrente circolatorio, con focus particolare sulla sepsi e lo shock settico. I partecipanti entreranno a far parte di un gruppo di Aziende Sanitarie che condivide le esperienze e si confronta con le altre realtà e con gli esperti del settore su quali siano gli strumenti in uso per il monitoraggio di questo complesso percorso diagnostico terapeutico.

 

 

Programma Scientifico

Moderatore – Antonino Giarratano
13.45-14.00 Introduzione – Antonino Giarratano, Pierangelo Clerici
14.00-14.30 Situazione attuale della fase pre-analitica delle emocolture negli ospedali italiani oggi – Fabio Arena
14.30-15.00 Misurarsi per migliorare: le strategie possibili – Antonella Mencacci
15.00-15.15 Quale ricaduta clinica? E come misurarla? – Gianpaola Monti
15.15-15.30 Rendi facile monitorare il percorso diagnostico sepsi: presentazione del percorso delle emoculture con set indicatori condivisi – Gianpaola Monti, Andrea Cortegiani
15.30-16.45 Tavola rotonda e discussione con i partecipanti – Gianpaola Monti, Fabio Arena, Miriam Lichtner, Matteo Bassetti, Giovanni
Gherardi, Gaetano Ciliento

 

 

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ME – Best Practices nella fase preanalitica

 

 

 

Meet the Expert | Best Practices nella fase preanalitica

Meet the Expert sono i corsi di BD Academy Center, lo spazio fisico di BD a Milano dedicato alla formazione, ad alto contenuto specialistico per approfondire e condividere conoscenze pratiche sui principali argomenti e soluzioni diagnostiche. Sono disegnati per chi utilizza già le soluzioni BD e vuole approfondire aspetti tecnici sulle soluzioni e dettagli scientifici di alto profilo.

 

Il corso specialistico “Best Practices nella fase preanalitica” ha come obiettivo quello di analizzare gli step che compongono la fase preanalitica e comprendere quali possano essere le best practice che ciascuna figura di questi step può implementare per migliorare il percorso, aumentare l’efficienza e la qualità e rispondere alle esigenze di outcome di qualità per il paziente.

 

Dettagli evento

Inizio corso e registrazione: 05/10/2023 – ore 10:00

Conclusione corso: 05/10/2023 – ore 16:00

Luogo: BD Academy Center – Via Enrico Cialdini 16, 20161, Milano (MI)

 

 

 

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IL – Soluzioni per migliorare il percorso diagnostico del paziente settico

 

 

 

Innovation Lab | Integrated Microbiology Solution – Soluzioni per migliorare il percorso diagnostico del paziente settico

Innovation Lab sono i corsi di BD Academy Center, lo spazio fisico di BD a Milano dedicato alla formazione, volti alla presentazione e alla descrizione delle soluzioni diagnostiche, dei benefici che apportano al laboratorio e all’outcome del paziente.

 

Il corso “Integrated Microbiology Solution – Soluzioni per migliorare il percorso diagnostico del paziente settico” ha come scopo la presentazione della soluzione completa BD per la gestione del paziente settico. A seguito dell’accordo tra BD e Accelerate Diagnostics il nostro portfolio per identificazione e antibiogramma si arrichisce con una soluzione di fast microbiology; l’evento ha come obiettivo l’analisi dello scenario italiano e delle linee guida dedicate alla lotta alla sepsi, oltre alla presentazione della soluzione integrata delle due aziende volta ad una rapida identificazione e gestione del paziente settico.

 

Dettagli evento

Inizio corso e registrazione: 03/10/2023 – ore 10:00

Conclusione corso: 03/10/2023 – ore 16:00

Luogo: BD Academy Center – Via Enrico Cialdini 16, 20161, Milano (MI)

 

 

 

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IL – Qualità della Sicurezza e Sicurezza della Qualità nella fase prenalitica

 

 

 

Innovation Lab | Integrated Specimen Management – Qualità della Sicurezza e Sicurezza della Qualità nella fase prenalitica

Innovation Lab sono i corsi di BD Academy Center, lo spazio fisico di BD a Milano dedicato alla formazione, volti alla presentazione e alla descrizione delle soluzioni diagnostiche, dei benefici che apportano al laboratorio e all’outcome del paziente.

 

Il corso “Integrated Specimen Management – Qualità della Sicurezza e Sicurezza della Qualità nella fase prenalitica” si pone come obiettivo quello di analizzare l’importanza della fase preanalitica e la criticità nell’avere visibilità e controllo in tutti gli steps di processo. Verranno presentate delle soluzioni E2E BD attraverso cui i laboratori possono acquisisre la capacità di osservare e analizzare il Total Testing Process in tempo reale, di avere il pieno controllo delle variabili di processo e di misurare/confrontare l’operato rispetto agli obiettivi strategici fissati nell’ottica dell’efficiente allocazione delle risorse, della standardizzazione delle attività e della massima qualità/sicurezza/appropriatezza delle prestazioni.

 

 

Dettagli evento

Inizio corso e registrazione: 15/09/2023 – ore 10:00

Conclusione corso: 15/09/2023 – ore 16:00

Luogo: BD Academy Center – Via Enrico Cialdini 16, 20161, Milano (MI)

 

 

 

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BD ti aspetta a WORLDLAB EUROMEDLAB 2023

WORLDLAB EUROMEDLAB 2023 – BD ti aspetta a Roma dal 22 al 24 maggio

 

 

Dal 21 al 25 maggio avrà luogo a Roma il più importante Congresso sulla chimica clinica e sulla medicina di laboratorio, in un’edizione davvero di rilievo perchè segna il:

25° Congresso Internazionale di Chimica Clinica e Medicina di Laboratorio
25° Congresso Europeo di Chimica Clinica e Medicina di Laboratorio
55° Congresso della Società Italiana di Clinica Biochimica e Biologica Molecolare Clinica

 

Il campo della chimica clinica e della medicina di laboratorio sta affrontando molti progressi scientifici e tecnologici. Questo Congresso è un’eccellente opportunità per discutere di argomenti attuali come la standardizzazione e trasformazione dei risultati in informazioni, la riduzione degli errori diagnostici, la medicina di precisione, le applicazioni dell’artificial intelligence e del machine learning, la scoperta di biomarcatori, i progressi diagnostici e altro ancora. Gli esperti si riuniranno da tutta Europa e da tutto il mondo per consentire uno scambio scientifico che assicurerà un aggiornamento adeguato di tutte le figure che collaborano in questi ambiti.

 

Senza dubbio, il congresso semestrale EuroMedLab ha dimostrato di essere uno dei forum principali per riunire scienziati, specialisti di laboratorio, medici e colleghi del settore nel campo della chimica clinica e della medicina di laboratorio. BD ti aspetta allo Stand nr 14 per discutere del futuro della Medicina di Laboratorio in ottica di territorialità nella gestione del paziente e tracciabilità nella gestione dei campioni.

 

Vuoi scoprire di più? Unisciti al nostro Workshop martedì 23 maggio dalle 13:00 alle 14:00 presso l’Aula 2 dal titolo “Addressing the challenges of specimen transport“.

 

CLICCA QUI E AGGIUNGI L’INVITO A CALENDARIO

 

SCARICA IL PROGRAMMA DEL CONGRESSO

 

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Buone norme per il prelievo ematico e la gestione della fase preanalitica

 

Buone norme per il prelievo ematico e la gestione della fase preanalitica

Il prelievo e l’analisi di campioni ematici è una pratica fondamentale per la diagnosi, la scelta terapeutica e il monitoraggio della salute dei pazienti. Tuttavia, il processo di raccolta e processamento del campione, fino all’analisi di laboratorio non è immune da errori che possono inficiare la qualità del dato clinico. Ogni fase del processo è importante ma dati recenti indicano che il 60-70% degli errori si concentra nella fase pre-analitica, ovvero nella fase di prelievo e gestione del campione prima dell’analisi di laboratorio, soprattutto quando vi è un intervento manuale da parte degli operatori.¹

 

Il momento della raccolta del campione è una fase particolarmente delicata in cui si possono riscontrare errori nell’identificazione del pazienti e la produzione di campioni non processabili perché non idonei (emolisati, in volume non sufficiente, coagulati o non idonei per altre ragioni).¹ Altri fattori che spesso determinano errori e devono essere sempre tenuti in considerazione sono le variabili legate al paziente, come il suo stato di salute, , le modalità di esecuzione del prelievo e l’uso di dispositivi adeguati.¹

 

Al fine di minimizzare gli errori e al contempo proteggere dai rischi, sia per la salute del paziente che degli operatori, sono state emanate diverse raccomandazioni in Italia e all’estero. Tra queste si ricordano le raccomandazioni del Clinical and Laboratory Standards Institute (“Collection of Diagnostic Venous Blood Specimens” 7a edizione, 2017) e le raccomandazioni della SIBioC (“Raccomandazioni per il prelievo di sangue venoso” 2008) e le Linee Guida della World Health Organization.1,2,3

 

Secondo le più recenti Linee Guida WHO, la buona pratica del prelievo ematico dipende dai seguenti fattori2:

• adeguata pianificazione
• appropriatezza del luogo di prelievo
• controllo della qualità del prelievo
• raccolta di un campione di qualità
• uso di standard per la cura di qualità dei pazienti e per la sicurezza degli operatori tra cui:
– disponibilità di strumenti e forniture protettive adeguati,
– disponibilità di profilassi post-esposizione,
– evitare contaminazione degli strumenti per il prelievo,
– formazione adeguata in prelievo ematico,
– cooperazione da parte del paziente.

 

 

L’importanza della formazione

A differenza di alcuni Paesi occidentali, in Italia non è prevista la figura professionale del “prelevatore” (phlebotomist) e non esiste un riferimento legislativo o delle raccomandazioni relative a questa figura. Questo contribuisce a generare un’eterogeneità relativa alle procedure1.

Anche per questo è cruciale introdurre in Italia corsi di formazione specifici rivolti a tutti i professionisti sanitari abilitati alla pratica1. Anche la WHO sottolinea l’importanza di formare gli operatori2.

 

 

Il monitoraggio del processo pre-analitico

La raccolta e la manipolazione dei campioni ematici pongono rischi significativi ed evitabili per il paziente e per l’operatore sanitario1. Occorre applicare degli standard globali per il monitoraggio di tutte queste procedure al fine di ridurre i rischi e di ottenere un campione di qualità e biologicamente rappresentativo, che permetta anche di raggiungere risultati omogenei e confrontabili tra i diversi laboratori3.

Le procedure devono essere automatizzate e standardizzate il più possibile al fine di limitare l’azione manuale dell’operatore1. Inoltre, le procedure devono essere messe per iscritto e facilmente consultabili2.

 

 

Identificazione del paziente

Accertare l’identità del paziente è la prima operazione da compiere da parte dell’operatore per evitare errori1,2. Si raccomanda di utilizzare almeno 3 criteri per accertarsi dell’identità del paziente1, ad esempio:
• controllo del braccialetto se il paziente è ospedalizzato,
• controllo della tessera sanitaria o di un altro documento,
• comunicazione verbale dell’identità del paziente (nome, cognome e data di nascita, attraverso una domanda aperta),
• verifica del nome sulla prescrizione.

 

 

Etichettatura delle provette

Si raccomanda di utilizzare provette già etichettate in precedenza e che riportino oltre all’identificazione del paziente, l’indicazione dell’area diagnostica, il volume del campione o il livello minimo di riempimento (es. “Coagulazione – Tappo Azzurro – 4,5 ml”). L’etichettatura dovrebbe essere eseguita mediante sistemi di produzione automatica1.

 

 

Ordine di raccolta delle provette

Per evitare problemi di contaminazione da provette contenenti reagenti alle provette usate successivamente è raccomandato seguire una precisa sequenza nella raccolta dei campioni, come suggerito dal Clinical and Laboratory Standards Institute1:

1. Flaconi destinati all’emocoltura,
2. Provette contenenti sodio-citrato destinate ad esami di coagulazione,
3. Provette di siero,
4. Provette contenenti litio-eparina,
5. Provette contenenti EDTA,
6. Provette contenenti citrato e destrosio,
7. Provette contenenti ossalato e/o fluoruro.

 

 

L’impegno di BD

Oggi BD è impegnata nello sviluppo di strumenti per il controllo delle variabili critiche del processo di raccolta del campione. Le soluzioni sviluppate permettono di ottimizzare le pratiche di laboratorio attraverso l’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative e l’efficientamento dei processi.

In particolare, questi strumenti consentono una guida agli operatori nel processo di prelievo ed evita gli errori legati alla manualità del singolo attuando un monitoraggio del processo preanalitico in tutte le sue fasi: selezione della provetta utilizzata, identificazione del paziente, ordine di raccolta dei campioni, ritardi nella consegna dei campioni e qualità del campione, evidenziando gli ambiti di miglioramento.

 

 

I vantaggi della digitalizzazione

La piattaforma digitale permette di registrare i dati relativi al paziente e al prelievo e di organizzarli in una dashboard intuitiva e personalizzabile ad uso dell’operatore. L’accesso immediato a questi dati è un valido supporto al raggiungimento degli standard di qualità desiderati.

 

 

L’impegno di BD nella formazione

noltre, BD crede nell’importanza del coinvolgimento degli operatori sanitari e per questo ha sviluppato il BD Professional Service che si prefigge l’obiettivo di formare in modo adeguato e approfondito gli operatori sanitari adibiti al prelievo ematico, sia con training on site che con sistemi digitali per la formazione a distanza.

 

 

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Referenze

1. Lippi G, et al. Raccomandazioni per il prelievo di sangue venoso. Documenti SIBioC. Biochimica Clinica, 2008, vol. 32, n. 6
2. WHO guidelines on drawing blood: best practices in phlebotomy
2. CLSI GP41-ED7:2017 Collection of Diagnostic Venous Blood Specimens, 7th Edition

 

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Webcast HPV IEO – Il valore degli HPV DNA Test nella lotta al tumore alla cervice uterina

 

Webcast IEO – Il valore degli HPV DNA Test nella lotta al tumore alla cervice uterina

 

“Dagli anni ’70 lo screening per il tumore al collo dell’utero è avvenuto tramite esame citologico: il Pap Test. Nel luglio 2012 il report dell’Health Technology Assessment rende pubblico il fatto che uno screening basato su HPV Test validati come test di primo livello possa essere più efficace di uno screening basato sulla citologia nel prevenire i tumori invasivi della cervice uterina. Nel 2013 le linee guida europee, recepite in Italia dal documento di indirizzo del Ministero della Salute, hanno quindi sancito l’utilizzo dell’HPV Test come test primario per lo screening del tumore cervicale, lasciando poi alla citologia il ruolo di triage per  gli HPV Test positivi. Questo perché tra i dati di letteratura è emerso che la sensibilità dell’HPV Test fosse nettamente più efficace del Pap Test che rimane invece un buon test di triage per la sua elevata specificità” – Dott. Fabio Bottari (IEO).

 

Per comprendere meglio l’evoluzione della diagnosi e dello screening dell’HPV, il ruolo centrale dei laboratori di anatomia patologica e quali sono oggi gli strumenti a disposizione degli operatori sanitari nella lotta al tumore alla cervice uterina e la loro efficacia, abbiamo intervistato attraverso 3 puntate il Dott. Fabio Bottari e la Dott.ssa Anna Daniela Iacobone dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO).

 

 

 

Prima Puntata – Dott. Fabio Bottari – HPV Test disponibili e il valore per il laboratorio

 

 

Seconda Puntata – Dott.ssa Anna Daniela Iacobone – Il valore dell’HPV Test nella prevenzione del tumore della cervice uterina, “Il valore per il Ginecologo”

 

Terza Puntata – Dott.ssa Anna Daniela Iacobone & Dott. Fabio Bottari – Il valore aggiunto dell’AUTOPRELIEVO per HPV Test nella prevenzione del tumore della cervice uterina

 

 

 

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